Tra gli obiettivi di Elly Schlein, la nuova segretaria del Pd, c’è anche quello di rendere il partito più unito, superando l’annoso problema delle correnti e riportando all’ovile gli scontenti. Un’impresa tutt’altro che facile, soprattutto considerando l’elevato numero di punti di vista divergenti che la forza politica ha tentato di rappresentare con il passare del tempo. Tuttavia, Schlein non sembra spaventata dall’enormità del compito. “Sarà mio interesse essere la segretaria di tutti e di tutte e lavorare bene insieme agli altri candidati, Bonaccini in primis, ma anche Cuperlo e De Micheli” e “dimostrare che è finito il tempo dei personalismi e della conflittualità interna”, ha dichiarato la segretaria nel corso di un’intervista a “Che tempo che fa” su Rai 3.

Schlein: “Lavoreremo per tenere unito il Pd”
Schlein ha ammesso che ricompattare il Pd non sarà facile, ma ha anche osservato che “l’onda di partecipazione che c’è stata è il presupposto migliore per uscire dalle logiche di cooptazione e rimescolare le culture”. Sul rischio che si verifichino delle nuove scissioni, la segretaria ha dato una risposta molto chiara: “Assolutamente no. E lavoreremo per tenere unito questo partito, ma senza rinunciare a una direzione chiara”.
Per riuscirci sarà anche necessario un maggior coinvolgimento della base del Pd, al quale Schlein ha già iniziato a lavorare. “Lunedì, dopo la vittoria, ho annunciato che avremmo riaperto il tesseramento il prima possibile e ho il piacere di annunciare che questa sera abbiamo aperto il tesseramento online sul sito del Pd e stiamo già lavorando con i nostri circoli sul territorio perché nei prossimi giorni si possa fare anche lì”, ha spiegato la neosegretaria. Ha poi rivolto un appello al popolo delle primarie: “Venite, aiutateci, abbiamo bisogno di voi. Entrate a far parte di questa comunità perché ci servono le vostre competenze, le vostre idee e la vostra passione”.
Pd, Bersani è pronto a tornare
Un primo segnale “dell’effetto Schlein” sulla compattezza del Pd potrebbe arrivare con il ritorno di Pier Luigi Bersani nel partito. “Se, come spero, sarà un nuovo inizio, ci sarò anch’io”, ha dichiarato al Corriere della Sera l’ex segretario. “Certamente c’è una novità che contiene un elemento di avventura. Ma la stasi è decadenza, quindi c’è un significato positivo su questa ripartenza. Che sia una donna aiuta molto. Uno slogan come “donna, vita, libertà” equivale a liberté, égalité, fraternité”. Bersani ha poi dichiarato che la temuta scissione degli ex renziani non ci sarà: “Se Schlein allargherà il Pd e lo farà discutere, sono convinto che saprà tenerlo unito”.

Schlein malvista dai capigruppo?
Secondo quanto riportato da Affariitaliani.it, gli attuali capicorrente del Pd non sarebbero del tutto soddisfatti di Schlein. La segretaria, infatti, avrebbe scelto la strada della piena autonomia, prendendo le proprie decisioni senza lasciarsi influenzare dalla volontà dei leader delle tante anime del partito. Il giornalista Alberto Maggi ha parlato di “primi malumori, sottotraccia, tra i leader storici del Pd che l’hanno appoggiata alle primarie, come Dario Franceschini, Peppe Provenzano, Andrea Orlando, Nicola Zingaretti e Francesco Boccia. (…). Men che meno Schlein ascolta quelli dell’altra barricata, ovvero Stefano Bonaccini e il leader di Base Riformista, ex ministro della Difesa, Lorenzo Guerini”.
Nell’articolo si legge anche che “al momento non ci sono sentori di scissioni verso il centro, ma il vero banco di prova per Schlein è la politica estera. Su quel tema deve stare attenta”. In effetti le posizioni della segretaria sull’Ucraina, un po’ diverse da quelle di Letta, potrebbero indispettire alcune frange del Pd, soprattutto se dovesse verificarsi un’apertura verso il Movimento 5 Stelle, notoriamente contrario all’invio delle armi.