POLITICA

Patto di Letta con Sinistra, Verdi e Di Maio: ma Calenda non ci sta

È da sabato pomeriggio che Carlo Calenda è silente su Twitter. Non solo: ma i pochi che lo hanno intercettato lo descrivono come furibondo, dopo avere visto la conferenza stampa congiunta di Letta e Fratoianni. Con quest’ultimo che si mostrava come l’emblema di quella sinistra anti Draghi, anti guerra e anti rigassificatori che Calenda vede come il peggior nemico. Altro che alleato, sia pur per interposto Letta. Certo, lo stato maggiore di +Europa non prende nemmeno in considerazione l’ipotesi di un passo indietro. Anche lo stesso Matteo Richetti, presidente di Azione, considera il patto legge. Ma Calenda è più irrequieto che mai. D’altronde è proprio questa tensione continua che lo ha portato anche all’exploit in solitaria delle elezioni al Campidoglio, più voti la sua lista che quella del Partito Democratico.

Le reazioni (anche) dentro Azione non hanno fatto piacere a Calenda

In più c’è un aspetto di cui non si è parlato: le reazioni negative, non solo sui social, di parte dei suoi sostenitori rispetto all’accordo. Reazioni che ieri si sono fatte più nette. Anche alcuni esponenti di Azione hanno inviato segnali di dissenso ed è arrivata qualche lettera di dimissioni. Si favoleggia (come sempre in questi casi) di sondaggi che ridimensionerebbero molto il risultato del partito dopo l’accordo.

A indispettire ancor di più il solitario e taciturno Calenda sono arrivati i calcoli sui seggi dopo gli altri accordi di Letta, con Di Maio e il duo rosso-verde. Secondo quello di Lorenzo Pregliasco, Youtrend, la ripartizione finale sarebbe Pd 57%, Azione/+Europa 24%, Si/Italia Verde 14% e Impegno Civico 5%. Di certo la visione della prima pagina di Repubblica, con le sei foto allineate, la sua insieme a quelle di Di Maio, Letta, Bonelli, Bonino e Fratoianni, e il titolone “Sfida alla destra” non lo ha rasserenato. È, del resto, tutto quello che Calenda non voleva.

Sostengono i maligni che ora l’unica cosa che lo trattiene è finire in compagnia di Renzi. Ma se dovesse rompere il patto con Letta perdendo +Europa ha bisogno di allearsi con lui, a meno di cercare di raccogliere le firme in tutta Italia sotto il sole di Ferragosto: una follia? E allora perché no? Sarebbe una spinta forte alla campagna “Aiutateci a correre da soli”. Magari oggi confermerà l’accordo col Pd, come alla fine sperano al Nazareno. Oppure sapremo tutto da Twitter, dove romperebbe un silenzio per lui record di quasi un giorno intero. A proposito: ultima traccia, ormai 16 ore fa, il retweet di un pensiero del suo amico Chicco Testa, “L’accordo Pd/Azione/+Europa ha senso se àncora il Pd a una chiara alleanza di centro sinistra. Se no meglio lasciar perdere inutili ammucchiate”.

Lorenzo Grossi

Classe '89, appassionato sin da piccolo di sport e scrittura. Già da "pischello" scrivevo come collaboratore per alcune testate giornalistiche a cui ho man mano affiancato radio, agenzie di stampa, tv e quotidiani cartacei. Ora è il momento di newsby! Nel carnet anche una breve ma intensa carriera di direttore di gara di calcio a 11.

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