È arrivato oggi, giovedì 14 ottobre, il sì dell’Aula della Camera alle modifiche al codice sulle pari opportunità tra uomini e donne in ambito lavorativo. Questa dovrebbe servire ad incentivare la presenza femminile nel mercato del lavoro. Ma anche ad abbattere il “gender gap” nelle retribuzioni. Il testo, approvato all’unaminità a Montecitorio, con 393 sì e nessun contrario, passerà adesso al Senato.
Grazie alle modifiche al codice sulle pari opportunità non solo si dovrebbe riuscire ad abbattere il divario salariare tra uomini e donne. Infatti, tra gli obiettivi ci sono la rimozione per le donne delle discriminazioni relative all’accesso al lavoro e alle opportunità di crescita professionale.
Tra le innovazioni ci sarà l’istituzione della “certificazione della parità di genere“, con premialità, per attestare le misure dei datori di lavoro per ridurre il divario di genere. Queste riguarderanno opportunità di crescita in azienda, parità salariale, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità. Il testo prevede l’istituzione della “certificazione della parità di genere” a decorrere dal 1° gennaio 2022.
Il testo, come detto, ha come obiettivo quello di sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Ma anche favorire la parità retributiva, attraverso l’ampialento dell’ambito soggettivo di applicazione dell’obbligo di redazione del rapporto sulla situazione del personale. Questo sarà obbligatorio per tutte quelle aziende, sia pubbliche che private, che impiegano più di 50 dipendenti. Ad oggi, invece, lo è per quelle che ne impiegano più di 100.
Saranno così previsti incentivi alle assunzioni e agevolazioni fiscali. E ancora: strumenti per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e un sistema di certificazione della parità di genere. Le norme, inoltre, integreranno la nozione di discriminazione, sia diretta che indiretta.
In particolare, sono inseriti tra le fattispecie che danno luogo a discriminazione indiretta anche gli atti di natura organizzaziva. Ma anche gli incidenti sull’orario di lavoro che, modificando l’organizzazione del tempo e delle condizioni di lavoro, possono mettere i lavoratori di un determinato sesso in posizioni di svantaggio rispetto agli altri.
Inoltre, sarà previsto per le aziende, in possesso al 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento, della certificazione di pari opportunità, uno sgravio fino a un massimo di 50mila euro annui. Questo sarà applicato su base mensile. I fondi messi a disposizione, secondo quanto riportato dal Il Sole 24 ore, ammontano a 50 milioni di euro annuali.
In attesa che il testo sulle pari opportunità nel mondo del lavoro arrivi al Senato, l’ultimo rapporto Istat ha evidenziato la situazione a livello di occupazione e istruzione nel nostro Paese. Secondo quanto emerso, In Italia le donne sono sensibilimente più istruite degli uomini. Questo, però, non si traduce in nessun vantaggio in ambito lavorativo.
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