La Camera dei Deputati ha approvato con scrutinio segreto la legge per contrastare l‘omotransfobia, la misoginia e le violenze contro le persone disabili. I sì sono stati 265, i no 193, gli astenuti 1. L’approvazione è stata salutata da un prolungato applauso della maggioranza. Dopo che il presidente della Camera, Roberto Fico, ha proclamato il risultato della votazione, tutti i deputati di maggioranza si sono alzati in piedi e hanno applaudito a lungo. La legge va ora in Senato.
Proteste sono state invece sollevate dal centrodestra. Nel momento in cui Fico ha indetto la votazione finale sul ddl Zan, tutti i deputati di Fratelli d’Italia hanno indossato un bavaglio e si sono alzati in piedi. I deputati della Lega hanno urlano in coro “Libertà! Libertà!”. Sono cinque i parlamentari di Forza Italia che hanno votato a favore della legge contro l’omotransfobia e la misoginia. Si tratta di Giusi Bartolozzi, Renata Polverini, Stefania Prestigiacomo, Elio Vito e Matteo Perego, che hanno annunciato la propria posizione in dissenso dal gruppo in Aula.
L’articolo 1 della legge Zan contro l’omotransfobia e la misoginia, approvata dall’aula della Camera, modifica l’articolo 604-bis del codice penale sui reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. L’articolo 2 modifica l’articolo 604 ter del Codice Penale integrando l’aggravante di discriminazione con i motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere o sulla disabilità.
Contro le accuse sul reato di opinione, avanzate dal centrodestra, all’articolo 3 (‘Pluralismo delle idee e libertà delle scelte’) la maggioranza ha precisato che la punibilità scatterà quando vi sia “il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti'” e che “le opinioni non istigatorie ‘restano salve’, in quanto già discendenti direttamente dall’articolo 21 della Costituzione”. L’articolo 4 dispone che la sospensione condizionale della pena può essere subordinata, se il condannato non si oppone, alla prestazione di un’attività non retribuita a favore della collettività.
L’articolo 5 modifica l’articolo 90-quater del codice di procedura penale sulla condizione di particolare vulnerabilità della persona offesa: nella valutazione si terrà conto anche dei reati commessi in ragione del sesso, del genere, dell’orientamento sessuale o dell’identità di genere. L’articolo 6 contiene le iniziative educative contro l’omofobia anche alle scuole elementari nell’ambito della Giornata nazionale contro l’omotransfobia il 17 maggio. Con l’articolo 7 si stabiliscono le rilevazioni statistiche sulla discriminazione di genere. Con l’articolo 8, infine, via libera all’istituzione dei centri antidiscriminazione.
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