Ora è ufficiale. Anche in Italia sono stati istituiti i reati di omicidio nautico e di lesioni personali nautiche.
Nella giornata di ieri nell’Aula di Montecitorio la Camera ha approvato la proposta di legge che introduce nel nostro ordinamento giuridico i reati sopra citati, stabilendo così delle regole più precise anche per gli incidenti in mare, al lago e negli altri corsi d’acqua.
Un “sì” che segue quello già formulato dal Senato nella seduta che si è tenuta il 21 febbraio 2023, dove a Palazzo Madama era stato approvato il testo di legge che come primo firmatario vede Alberto Balboni di Fratelli d’Italia, Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato.
Da oggi le pene riguardanti gli incidenti nautici vengono quindi allineate alla disciplina sulla circolazione stradale.
Vediamo più nel dettaglio cosa cambierà.
L’Italia approva la legge sull’omicidio nautico
A livello pratico, a essere sostituito è l’articolo 589-bis del codice penale italiano, il quale fino ad ora riguardava solamente il reato di omicidio stradale.
Con la nuova legge approvata dal Parlamento, tale articolo viene esteso anche al reato di omicidio nautico, con l’introduzione di pene più severe.

Nello specifico, la nuova legge prevede l’integrazione di un’ipotesi di omicidio colposo punibile con la reclusione da due a sette anni in caso di morte conseguente alla violazione delle norme sulla disciplina della navigazione marittima o interna.
Aggravanti per chi conduce un’imbarcazione da diporto in stato di alterazione psico-fisica (per assunzione di sostante stupefacenti o psicotrope, ndr) o ebbrezza alcolica.
In questo caso, il reato di omicidio nautico può prevedere come pena una reclusione dagli otto ai dodici anni.
La pena scende a una reclusione da cinque a dieci anni se l’omicidio è a opera di un conducente che non esercita alcuna attività commerciale e al quale è stato rilevato un tasso alcolemico superiore a 0,8, ma inferiore a 1,5 grammi per litro.
Inasprite anche le pene relative alla navigazione commerciale.
Così come già previsto nel codice della strada per gli autotrasportatori, anche in mare sono previste pene più severe per chi si rende artefice di un omicidio colposo nel momento in cui sta svolgendo un’attività di navigazione commerciale.
In questo caso, la reclusione va dagli otto ai dodici anni, anche se in presenza di un tasso alcolemico inferiore. Scelta motivata dal fatto che lo stato di ebbrezza, in tale caso, sarebbe rilevato nell’esercizio di un’attività professionale. Un’aggravante, quindi.
L’omicidio plurimo o l’omicidio e lesioni a una o più persone comporterà, invece, una pena fino a un massimo di diciotto anni di carcere.
In questa casistica particolare, la pena prevista per la violazione più grave compiuta può essere aumentata fino al triplo.
Ad aumentare sono anche le pene previste nel caso in cui a commettere il reato sia una persona non munita di alcuna patente nautica, così come una persona prescritta, in possesso di una patente sospesa o revocata.
Rientra nella stessa casistica anche il caso in cui l’imbarcazione, la nave o il natante coinvolto nell’incidente sia di proprietà dell’autore del reato, ma risulti sprovvisto dell’assicurazione obbligatoria.
Così come avviene già in caso di omicidio stradale, anche per l’omicidio nautico scatterà un’aggravante se il conducente fuggirà dal luogo dell’incidente.
La nuova norma, in questo caso, prevede un aumento della pena da uno a due terzi. La pena, inoltre, non sarà mai inferiore ai cinque anni.
Il reato di lesioni personali stradali viene, invece, esteso anche alle ipotesi di lesioni (gravi o gravissime, ndr) commesse in violazione delle norme sulla disciplina della navigazione marittima o interna.
In mare, le ipotesi di reato colposo saranno punibili con la reclusione da tre mesi a un anno, in caso di lesioni gravi, e da uno a tre anni, in caso di lesioni gravissime.
Anche in questo caso, le pene aumentano se l’autore del reato risulta in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto di droghe. Le pene passano, quindi, a una reclusione da tre a cinque anni o da quattro a sette.
Pene analoghe per i conducenti di unità da diporto ai fini commerciali, le quali scatteranno anche in presenza di un tasso alcolemico inferiore.
Come già specificato in precedenza, le pene saranno più miti se le lesioni saranno provocate da un conducente con tasso alcolemico superiore a 0,8 e inferiore a 1,5 grammi per litro, che non eserciti un’attività commerciale.
In questo caso, la reclusione va da un anno e sei mesi a tre anni per le lesioni gravi e da due a quattro anni per quelle gravissime.
Anche qui, è motivo di aggravante il non possedere una patente nautica.
L’arresto obbligatorio in flagranza scatta, invece, in caso di omicidio nautico aggravato dallo stato di alterazione del conducente (analogamente a quanto avviene già per l’omicidio stradale, ndr).
Esso non si rende necessario se il conducente si è immediatamente fermato e ha prestato assistenza alle vittime dell’incidente o chiamato i soccorsi.
L’arresto facoltativo in flagranza è previsto, invece, nei casi di lesioni colpose nautiche gravi o gravissime.

L’importanza della nuova legge
A sottolineare l’importanza della nuova legge ci aveva pensato, prima della sua approvazione definitiva, il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni, primo firmatario della proposta.
Intervistato da Il Sole 24 Ore, aveva dichiarato:
“È una proposta di legge che non ha altro scopo che trattare in modo uguale situazioni uguali. Con l’omicidio stradale si rischiano fino a diciotto anni di carcere se uno fugge senza soccorrere ed è in stato di ebbrezza. Invece, per l’omicidio nautico si rischiavano pene ridicole perchè si applicavano le regole dell’omicidio semplice, che è punito in maniera estremamente più lieve e non si capisce il perché. È chiaro che non si risolve tutto con le pene, ma questa misura è sicuramente un deterrente”.
La legge si sarebbe già dovuta approvare mesi fa, visto che il “sì” da parte del Senato risale addirittura alla scorsa legislatura, ma a rallentare tutto è stata la crisi di Governo che da lì a poco si è aperta, come ricordato sempre da Balboni:
“Purtroppo, è stato stravolto tutto il lavoro fatto. Ho ripresentato il progetto di legge in questa legislatura. Al Senato ha goduto di una corsia preferenziale, in quanto già licenziato in un ramo del Parlamento nella legislatura precedente. Siamo stati velocissimi”.