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Mes dopo il Recovery Fund? Pd e Italia Viva dicono di sì

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A poche ore dall’approvazione del Recovery Fund, l’opinione pubblica torna a occuparsi di Mes. Un sistema notoriamente osteggiato dalle opposizioni e anche da parti della maggioranza, che però diverse anime del governo ritengono si debba adottare.

Mes: Pd e Italia Viva dicono sì

Tra loro c’è il Pd, che attraverso Nicola Zingaretti ha inquadrato la situazione in questo modo in una conferenza stampa: “Noi siamo molto leali con le scelte del governo e il presidente del Consiglio. Io continuo a pensare che il Mes sia una forma di credito vantaggiosa e immediata per operare nel nostro Paese. Non vediamo motivi di rinunciarvi. Se ci sono motivi se ne discuterà, in spirito di correttezza ma anche di necessaria chiarezza perché su temi così delicati bisogna spiegare i motivi. Il Mes è quello che dobbiamo chiedere all’Europa“.

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Opinione simile anche per Italia Viva, che anzi attraverso Luigi Marattin alza ulteriormente la posta: “I prestiti del Mes hanno meno condizionali della parte prestiti del Recovery Fund. Inoltre i fondi del Mes sono disponibili subito. I fondi del Recovery Fund arriveranno nella seconda parte dell’anno prossimo. Sono comunque fonti di finanziamento a tasso zero, quindi sempre utili. Inoltre possono essere utilizzati per mettere a posto la nostra sanità e metterla al riparo da altre epidemie. Non trovo un motivo per cui non dovremmo attivare il Mes. Paradosso dei paradossi poi è che non ha condizionalità a differenza del Recovery Fund, che deve sottostare al Comitato economico finanziario, costituito dai rappresentanti delle banche centrali“.

Italia Viva in coalizione con Conte? La prospettiva

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Al netto dei discorsi sul Mes, Marattin ha anche inquadrato la possibilità che Italia Viva dia vita a una nuova coalizione centrista con Giuseppe Conte come cardine politico e umano: “Non lo so. So che gli schieramenti politici si devono articolare sulla base delle idee di società. Sono dell’idea che destra e sinistra siano state travolte dalla crisi. Questo non per dire che devono essere annullate le differenze, ma secondo me corrono su una linea diversa: populisti e aperturisti, chi critica la globalizzazione e chi pensa porti opportunità. Quindi tutto ciò che serve a ristrutturare il quadro politico lungo questa divisione per me è utile, ovviamente non ho idea se questo sia l’inizio di una ristrutturazione o semplicemente un movimento dettato da altra natura“.

Andrea Corti

Nato a Roma nel 1978, dopo essersi dedicato al giornalismo scritto e ad aver pubblicato alcune biografie di personaggi dello sport come Zeman e Zanardi, ormai da anni è ‘sul campo’ con la telecamera in una mano e il microfono nell'altra. Dalle partite di calcio alle consultazioni per la formazione del governo, sempre con passione ed entusiasmo.

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