La linea politica dettata dal Movimento 5 Stelle dal Quirinale di non porre particolari veti a Matteo Renzi rischia seriamente di provocare una rottura interna. Un esponente di spicco della forza politica pentastellata, Alessandro Di Battista, dichiara pubblicamente la propria contrarietà nel volere riaprire in qualche modo a Italia Viva. E lo fa con un lungo post su Facebook.
“Il 12 gennaio scorso condivisi la linea presa dai principali esponenti del Movimento 5 Stelle e scrissi queste parole. «Non so quel che farà o meno nelle prossime ore il manipolo di anti-italiani. Mi interessa quel che farà il Movimento. Ebbene io credo che se i renziani dovessero aprire una crisi di governo reale in piena pandemia, nessun esponente del Movimento dovrebbe mai più sedersi a un tavolo, scambiare una parola, o prendere un caffè con questi meschini politicanti».
Prendo atto che oggi la linea è cambiata. Io non ho cambiato opinione. Tornare a sedersi con Renzi significa commettere un grande errore politico e direi storico. Significa rimettersi nelle mani di un “accoltellatore” professionista che, sentendosi addirittura più potente di prima, aumenterà il numero di coltellate. Ed ogni coltellata sarà un veto, un ostacolo al programma del Movimento e un tentativo di indirizzare i fondi del Recovery verso le lobbies che da sempre rappresenta. L’ho sempre pensato e lo penso anche adesso. Se il Movimento dovesse tornare alla linea precedente io ci sono. Altrimenti arrivederci e grazie”.
Parole che potrebbero veramente portare a una spaccatura del Movimento 5 Stelle, dilaniato ormai da mesi al proprio interno tra l’ala governista e quella più barricadera. E potrebbe proprio essere il fatto di risedersi al tavolo con Renzi la goccia che farà traboccare il vaso. Barbara Lezzi, molto vicina a Di Battista e che già aveva nettamente esposto le proprie idee in proposito, ha scritto anche lei su Facebook. Riprendendo un tweet del deputato Emilio Carelli sulla nuova linea politica, l’ex ministra per il Sud pubblica questa frase: “Questo annunciato da Carelli è un repentino cambio di linea al quale, per essere legittimato, deve seguire un voto degli iscritti. I due governi formati dal 2018 hanno visto centrale il voto dei nostri iscritti. Anche in questo caso è necessario”. Nicola Morra, anche lui ‘dibattistiano’, chiosa: “Leggo che siamo più dorotei dei dorotei. Io no!”.
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