Scoppia la bufera sul viceministro dell’Economia Laura Castelli per una sua dichiarazione al Tg2 Post nell’edizione del 17 luglio che, a molti, è sembrato quasi un attacco ai ristoratori, tramite la sintesi secca: “Se i ristoratori non ce la fanno, cambino mestiere”. Una frase che ha subito scatenato reazioni vivaci. La presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni ha dichiarato: “Dopo avere massacrato il settore dell’ospitalità con divieti e regole assurde e avere multato gli esercenti che scendevano in piazza perché chiedevano aiuto, l’ultima trovata del Governo giallorosso arriva dalla grillina Castelli: i ristoratori che non hanno più clienti devono cambiare lavoro. Sono senza parole. Sarebbe questa la gente che dovrebbe aiutare l’Italia a ripartire?”. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha rincarato la dose: “Massacrati dalla crisi, senza soldi, senza rinvio delle scadenze fiscali e pure sbeffeggiati dalla viceministro grillina all’economia. Non ho più parole… Abbiamo il governo più vergognoso della storia repubblicana. Prima se ne vanno, meglio sarà per il Paese”.
Ma che cosa ha detto veramente Laura Castelli sui ristoratori? Analizzando la profonda crisi economica che sta attraversando il nostro Paese in questa fase, il viceministro dell’Economia ha affermato che lo Stato deve incentivare gli imprenditori a trovare formule alternative di business. “Questa crisi ha spostato domanda e offerta. Le persone hanno cambiato modo di vivere e bisogna aiutare gli imprenditori dei nuovi business che sono nati al momento. Certo, se una persona decide di non andare più al ristorante, bisogna aiutare l’imprenditore a fare un’altra attività e non perdere la sua occupazione. Va sostenuto anche nella sua creatività, magari ha visto un nuovo business”.
Tuttavia, la sintesi politica che è uscita in queste ore ha imposto un’interpretazione abbastanza forzata della frase di Laura Castelli. Anche non spetterebbe agli altri interpretare le parole di chi rappresenta le istituzioni che, in virtù del loro ruolo, dovrebbe essere piuttosto chiaro nelle proprie affermazioni, probabilmente il concetto espresso voleva essere volto alla diversificazione del business, attraverso formule creative, anche nell’ambito dello stesso settore della ristorazione, in modo tale da essere attrattivi.
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