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Green pass, Granato entra senza in Senato: “Mi rifiuto di esibirlo”

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È entrata in Senato senza mostrare a nessuno il suo Green pass, per poi essere fermata e segnalata all’ingresso del suo ufficio a Palazzo Madama. Così è cominciata ufficialmente la battaglia della senatrice Bianca Laura Granato di Alternativa C’è. Che, nonostante sia in possesso del certificato verde, si rifiuta di mostrarlo.

“Green pass? Un certificato di obbedienza”

Il Green pass è un certificato di obbedienza – ha attaccato Granato –. Obbedienza a un esecutivo rispetto al quale mi sono già espressa, votando contro la fiducia. Questo ha provocato la mia espulsione dal Movimento 5 Stelle. Ma è assurdo che all’interno delle due Camere, che sono organi del potere legislativo, venga imposta una misura derivante da un decreto. Che è un atto unilaterale del potere esecutivo“.

Per questo motivo mi rifiuterò di esibirlo all’ingresso di Palazzo Madama“, ha sottolineato Granato entrando in Senato. “Ho presentato degli emendamenti per cambiare il super Green pass. Se a nessuno dei firmatari verrà data la possibilità di partecipare alla discussione in Commissione, decadranno automaticamente. Quindi l’atto di non consentirmi l’accesso alla Commissione automaticamente limiterà l’esercizio del mio mandato“.

I motivi della battaglia di Bianca Laura Granato

Io sono una dei pochi, pochissimi parlamentari di opposizione che ci sono al momento – ha ricordato la senatrice Granato –. Io mi rifiuterò di presentare il Green pass, vediamo cosa mi diranno. In teoria il Collegio dei senatori questori ci spiegava che saremmo stati invitati a non accedere. Ora vediamo cosa succederà“.

E la battaglia di Bianca Laura Granato, ex M5s proprio in virtù delle sue posizioni sulla pandemia, continua. “Sono contraria al Green pass – ha evidenziato –, perché non è una misura che certifica la sicurezza sul posto di lavoro. Bensì impone l’obbedienza ai cittadini, reprimendoli. Riguarda infatti delle misure di carattere sanitario che sono comunque facoltative e che non garantiscono dalla circolazione dei contagi. È una misura inutile e da eliminare“.

Davide Di Carlo

Classe 1986, abruzzese cresciuto a Roma, sono assistente universitario e autore di una pubblicazione e di un romanzo. Appassionato di Medio Oriente e politica, seguo i lavori delle istituzioni italiane. Sono laureato in Scienze della Comunicazione, ramo politico-istituzionale, presso l’Università di Roma Tor Vergata. Dal 2017 sono un giornalista pubblicista.

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