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Gaza, l’appello di Conte: “Italia rompa il patto di cooperazione militare con Israele”

Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha denunciato il rinnovo automatico dell’accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele, che prevede forniture belliche ed esercitazioni congiunte

In un momento di crescente tensione internazionale, le parole di Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, risuonano forti e chiare. In un’intervista a TPI, ha lanciato un appello deciso al governo italiano affinché non rinnovi il patto di cooperazione militare con Israele, attivo da vent’anni. Questo accordo, che prevede forniture di armi e esercitazioni militari congiunte, è al centro di un acceso dibattito, specialmente alla luce delle attuali violazioni dei diritti umani nei confronti dei palestinesi.

La posizione di Conte sulla cooperazione militare

Conte ha messo in evidenza il rischio di connivenza con le atrocità commesse in Gaza, dove la popolazione civile sta subendo pesanti bombardamenti. “Quando smetteremo di vendere armi a un Paese che sta perpetrando un massacro?”, ha chiesto, sottolineando che gli italiani non possono restare indifferenti di fronte a quanto sta accadendo. Ha criticato la posizione del governo di Giorgia Meloni, accusandolo di anteporre i legami con i potenti ai diritti dei più deboli.

La crescente consapevolezza pubblica

Negli ultimi due anni, centinaia di manifestazioni si sono svolte in Italia contro le atrocità a Gaza, segno di una crescente consapevolezza pubblica. Conte ha definito l’atteggiamento del governo una “pagina vergognosa nella storia dell’umanità”, avvertendo che a giudicarli sarà anche il tribunale della storia. Le sue parole evidenziano le possibili ripercussioni a lungo termine delle scelte politiche attuali.

Implicazioni per la politica estera italiana

Il dibattito sulla cooperazione militare tra Italia e Israele acquista una nuova rilevanza in un contesto di crescente tensione. Le critiche di Conte si inseriscono in un quadro più ampio di opposizione alle politiche del governo israeliano, che continuano a sollevare preoccupazioni a livello globale. L’Italia, come membro della comunità internazionale, ha la responsabilità di prendere posizioni chiare e coerenti in materia di diritti umani. Le parole di Conte pongono interrogativi sulla direzione futura della politica estera italiana, specialmente in un momento cruciale per gli equilibri geopolitici della regione.

La questione rimane aperta, e molti si chiedono se il governo italiano risponderà alle pressioni per riconsiderare le sue relazioni militari con Israele, adottando una posizione più attiva in favore della pace e dei diritti umani nel conflitto israelo-palestinese.

Alessandro Fabiani

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