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POLITICA

Fabio Tuiach: chi è il portuale di Trieste uscito da Lega e Forza Nuova

Il fatidico, temuto 15 ottobre è arrivato, e tra le città italiane finite sotto i riflettori per potenziali disordini a spiccare era da giorni Trieste. Qui era stato annunciato lo sciopero dei portuali, ma grossi disordini non si sono verificati. Chi però si è fatto notare per un accenno di tensione è stato Fabio Tuiach. Nome tutt’altro che nuovo negli ambienti dell’ultradestra giuliana.

Fabio Tuiach e le intemperanze al porto di Trieste

Proprio Fabio Tuiach, lunghi capelli legati in una coda e gilet giallo d’ordinanza, ha arringato le folle con il megafono: “No Green pass, no Green pass“. Quindi ha detto di sé: “Ero consigliere comunale fino a quando non ho parlato contro il Covid e mi hanno fatto fuori – ha quindi attaccato davanti alle telecamere –. Un medico a Roma ha detto che di Covid non sapevano nulla, ma che solo il vaccino ci può salvare. Io ho la terza media, ma ci sono arrivato subito. Lui o è sotto ipnosi, o è stupido. Perché noi abbiamo sempre lavorato“.

Successivamente proprio Fabio Tuiach si è fatto notare per aver tentato di impedire con le cattive a un’automobile di entrare nel porto di Trieste. I suoi stessi colleghi portuali sono riusciti a fermarlo, mentre urlava a pieni polmoni: “Noi dobbiamo fermare tutti. Non deve entrarne nemmeno uno. Io non voglio il Green pass“. Gli altri presenti hanno quindi iniziato a cantare canzoni del folklore locale per tranquillizzare il clima, ma le sue intemperanze intanto erano ampiamente circolate.

Le inqualificabili affermazioni su donne e Islam

Fabio Tuiach, come detto, si è fatto notare nel corso degli anni per le sue posizioni di estrema destra e per giudizi che hanno portato le varie forze politiche a cui si era legato a prenderne le distanze. Consigliere comunale eletto a Trieste nel 2016 con la Lega, ne fu espulso dopo aver affermato: “Il femminicidio non esiste. È un’invenzione della sinistra, alimentato dalla propaganda massonica pro-LGBT“. Finì quindi in Forza Nuova, lasciandola però dopo appena un anno. Solo dopo, nel 2020, propose di multare le donne che durante il lockdown si rifiutassero di avere rapporti sessuali con i mariti.

Da ricordare anche la sua opposizione a tutto ciò che è musulmano, dato che a suo giudizio “Maometto era un pedofilo“. Ma anche il sostegno alle forze dell’ordine che uccisero Stefano Cucchi: “Era uno spacciatore, meglio che sia morto“. Frequenti gli attacchi nei confronti della comunità LGBTQ+. Secondo Fabio Tuiach l’omosessualità equivale al satanismo. E, ospite de ‘La Zanzara’, affermò che il gay, per evitare l’inferno, debba vivere un’intera esistenza in castità. Tutto ciò rispettando ciò che avveniva nel Medioevo, “apice della cristianità e modello a cui ogni credente si deve ispirare“.

Quando Fabio Tuiach negò che Gesù fosse ebreo

Ancora più gravi alcune sue esternazioni dell’inverno 2021. Il suo commento dopo un’aggressione omofoba a Trieste fu: “Succede ogni volta in campagna elettorale. Ma in più di un terzo dei Paesi al mondo non esiste il problema omofobia, perché per i gay c’è il carcere o la pena di morte. Noi avevamo il rogo, un tempo“. In occasione del Giorno della Memoria, invece, pubblicò su un suo account sul social network VKontakte una foto di Adolf Hitler sorridente. Ma di Fabio Tuiach parlò l’Italia intera quando si oppose in consiglio comunale al conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre. “Mi ha un po’ confuso il fatto che, io da profondamente cattolico mi sono sentito un po’ offeso. Perché ha detto che Gesù era ebreo. Per me invece è proprio il figlio di Dio. Per me era Dio, e quindi mi astengo“, affermò tra mille esitazioni e le contestazioni del resto della sala.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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