Potrebbe essere sbagliato paragonare le elezioni regionali del 2018 in Lazio e Lombardia a quelle attuali. Dopotutto le prime si svolsero in un’unica giornata, mentre nel 2023 sono stati concessi due giorni per permettere ai cittadini di votare (domenica 12 e lunedì 13, fino alle 15). Eppure, nonostante questo dato sia senz’altro da tenere in considerazione, è comunque innegabile che nell’arco di cinque anni l’affluenza abbia subito un crollo importantissimo. In Lazio si è passati dal 66,5% degli aventi diritto al 26,28% (dato registrato alle 23 del 12 febbraio), mentre in Lombardia la percentuale è scesa dal 73,10% al 31,66%. Questi numeri potranno senz’altro crescere nelle ore mancanti alla chiusura dei seggi, ma sembra improbabile che raggiungeranno i picchi del 2018. Ma quali sono le ragioni che hanno spinto i cittadini lombardi e laziali a restare a casa? Proviamo a fare alcune ipotesi.
Parte dei cittadini lombardi e, soprattutto, laziali potrebbe soffrire un po’ di “stanchezza elettorale”. Le elezioni regionali si svolgono a pochi mesi di distanza dalle politiche del 25 settembre 2022, a loro volta arrivate a breve distanza dal voto per il referendum sulla giustizia di giugno, mese nel quale ci sono state anche le comunali in vari centri abitati del Lazio e della Lombardia. I tanti appuntamenti elettorali dell’ultimo anno potrebbero aver fatto scemare un po’ l’interesse nei confronti delle regionali, ma naturalmente sono stati altri i fattori a incidere maggiormente sull’astensionismo.
Il problema della crescente sfiducia nei confronti della classe politica non è certo una novità e nel corso degli anni è diventato sempre più diffuso, com’è emerso anche dai risultati delle ultime elezioni politiche, dove l’astensione è stata ancora più alta rispetto al 2018. Anche nei sondaggi il cosiddetto “partito degli astenuti” è spesso in cima alle preferenze. Le promesse non mantenute e le aspettative disattese, oltre alla rassegnazione nei confronti di un risultato elettorale che spesso appare scontato, stanno spingendo sempre più persone a rinunciare alla possibilità di esprimere la propria preferenza alle urne.
Quando si parla di elezioni, di qualsiasi tipo, c’è sempre una questione che torna a far discutere: l’impossibilità per gli studenti fuorisede di votare nel comune in cui stanno studiando. Per molti giovani non è facile trovare i soldi per tornare a casa solo per recarsi alle urne, soprattutto se la distanza tra il luogo in cui vivono e quello in cui potrebbero esprimere la propria preferenza elettorale è ampia.
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