Elezione diretta del premier, il Cdm approva il disegno di legge: i punti della riforma

Ecco quali sono i punti fondamentali del disegno di legge costituzionale

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Newsby Giuliana Presti 4 Novembre 2023

Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge sulla riforma costituzionale che introduce l’elezione diretta del premier. La riforma prevede anche l’abolizione dei senatori a vita e una norma di garanzia anti-ribaltone. “Abbiamo sulle spalle una responsabilità storica: consolidare la democrazia dell’alternanza e accompagnare finalmente l’Italia, con la riforma costituzionale che questo governo intende realizzare, nella Terza Repubblica”, ha dichiarato il primo ministro. Giorgia Meloni ha sottolineato: “Stop ai giochi di palazzo. Non tocchiamo le competenze del Capo dello Stato“. Il disegno di legge presentato lunedì durante il vertice di governo dalla premier e i suoi ministri e messo a punto dal ministro per le Riforme istituzionali Casellati, è stato contestato dai partiti di opposizione.

Gli obiettivi della riforma

I due grandi obiettivi che ci siamo impegnati a realizzare sono: garantire il diritto dei cittadini a decidere da chi farsi governare, mettendo fine alla stagione dei ribaltoni, del trasformismo e dei governi tecnici, e garantire che chi viene scelto dal popolo possa governare con un orizzonte di legislatura, garantendo la stabilità”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La premier parla di stabilità come una “condizione sostanziale per costruire una strategia e avere una credibilità a livello nazionale e internazionale”.

Io considero questa la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia. Perché, se facciamo un passo indietro e guardiamo a quello che è accaduto in Italia e in Europa negli ultimi 20 anni, in Italia abbiamo avuto 9 presidenti del consiglio con 12 governi diversi, in Francia ci sono stati 4 presidenti, in Germania 3 cancellieri. Nello stesso periodo Francia e Germania sono cresciute di oltre il 20%, l’Italia meno del 4%”, ha sottolineato.

Giorgia Meloni
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I 5 punti della riforma

I punti fondamentali del disegno di legge costituzionale sono cinque:

  • Elezione diretta del premier: La riforma introduce: “un meccanismo di legittimazione democratica diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, eletto a suffragio universale con apposita votazione popolare che si svolge contestualmente alle elezioni per le Camere, mediante una medesima scheda. Si prevede, inoltre, che il Presidente del Consiglio sia eletto nella Camera per la quale si è candidato e che, in ogni caso, sia necessariamente un parlamentare“.
  • Incarico di 5 anni al Presidente del Consiglio, ” favorendo la stabilità del Governo e dell’indirizzo politico“.
  • La norma anti – ribaltone: In caso di sfiducia del presidente del Consiglio eletto, questo può essere sostituito (solo una volta) da un parlamentare della maggioranza. “La norma garantisce il rispetto del voto popolare e la continuità del mandato elettorale conferito dagli elettori, prevedendo che il Presidente del Consiglio dei ministri in carica possa essere sostituito solo da un parlamentare della maggioranza e solo al fine di proseguire nell’attuazione del medesimo programma di Governo. L’eventuale cessazione del mandato del sostituto così individuato determina lo scioglimento delle Camere”.
  • Il premio di maggioranza al 55%: Affida alla legge la determinazione di un sistema elettorale delle Camere che, attraverso un premio assegnato su base nazionale, assicuri al partito o alla coalizione di partiti collegati al Presidente del Consiglio il 55 per cento dei seggi parlamentari, in modo da assicurare la governabilità“.
  • Abolizione dei senatori a vita: La riforma prevede l’abolizione dei senatori a vita, ad eccezione degli ex presidenti della Repubblica e quelli in carica. Il testo “si ispira a un criterio minimale di modifica della Costituzione vigente in modo da operare in continuità con la tradizione costituzionale e parlamentare italiana e da preservare al massimo grado le prerogative del Presidente della Repubblica, figura chiave dell’unità nazionale“.

Abbiamo voluto immaginare un provvedimento che potesse incontrare un ampio consenso, non imporre una riforma. Farlo con la maggioranza degli italiani e con la maggioranza delle forze politiche. Abbiamo preso degli elementi, il primo è il ruolo del presidente della Repubblica, che viene considerato come ruolo di garanzia. Noi non abbiamo toccato le competenze del presidente salvo l’incarico al presidente del Consiglio”, ha sottolineato Meloni. Casellati assicura che i poteri del capo dello Stato rimarranno invariati.

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