Quanto durerà effettivamente la crisi di governo? E ci sarà spazio per una (difficilissima) ricomposizione? Sono gli interrogativi che aleggiano tra Palazzo Chigi, Montecitorio e Palazzo Madama 24 ore dopo il comunicato ufficiale di Mario Draghi e le sue dimissioni (congelate) a Sergio Mattarella. Che cosa ne pensano ministri e parlamentari a tal proposito?
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Il pallino “ora non è più nelle mani del presidente del Consiglio ma dei partiti. Dimostrino maturità”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, parlando con i giornalisti della crisi politica a margine di un evento alla Reggia di Caserta. “Draghi è una persona di parola, come abbiamo sempre detto, e nel momento in cui il partito di Conte decide di non votare per la fiducia non c’è più la maggioranza politica. Non è semplice ricomporre questa maggioranza e servirebbe un atto di maturità delle forze politiche che la compongono”, ha spiegato il capo della Farnesina che poi ha dato un giudizio anche sul Movimento 5 Stelle, definito un “partito padronale, che ha deciso di anteporre le proprie bandierine alla sicurezza e all’unità nazionale”.
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Nel M5s c’è l’ipotesi di ritirare la delegazione al governo? “Si è dimesso il presidente del Consiglio, di fatto è il governo dimissionario. Stiamo analizzando la decisione del presidente del consiglio di dimettersi, il confronto è cominciato già ieri e proseguirà nelle prossime ore”. Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, uscendo dal consiglio nazionale del M5s.
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“Mi sembra di aver capito che il presidente del Consiglio l’ha messa giù dura, giustamente. Come Lega abbiamo votato la fiducia a un provvedimento peraltro non irrilevante, 15 miliardi di aiuti a famiglie e imprese. C’è chi non ha votato questa fiducia, i Cinquestelle, che sono i materiali responsabili in questo casino che sta succedendo”. Lo ha detto a Vicenza il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. “Da questa confusione – ha aggiungo – se ne esce con la serietà, che a me sembra che sia sparita, visto e considerato che ci son delle priorità e anche la politica deve darsele“.
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“Penso che il presidente del Consiglio dovrebbe rilanciare con un programma di governo molto netto. A quel punto ognuno si prenderà le sue responsabilità. Considero i M5s una sciagura per la politica italiana, che è finita proprio ieri. Prima si tolgono di mezzo meglio è”. Lo ha detto il deputato di Italia Viva Luigi Marattin ai cronisti davanti a Montecitorio.
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