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Mario Draghi, il presidente del Consiglio, è intervenuto alla cerimonia di apertura della Cop26 a Glasgow. Nel suo discorso, il premier ha sottolineato l’importanza di contrastare il cambiamento climatico. “I cambiamenti climatici hanno serie ripercussioni sulla pace globale e sulla sicurezza. Possono esaurire le risorse naturali e peggiorare le tensioni sociali, portare a nuovi flussi migratori e contribuire al terrorismo e alla criminalità organizzata“, ha spiegato Draghi.
“Grazie al dialogo e alla cooperazione costanti, abbiamo fatto buoni progressi nell’affrontare il cambiamento climatico. Il G20 rappresenta circa il 75% delle emissioni globali di gas serra e circa l’80% del Pil globale. Lo scorso weekend, al vertice di Roma, gli stati membri hanno convenuto di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi. Si sono impegnati, inoltre, a raggiungere emissioni nette zero entro o intorno alla metà del secolo. Abbiamo deciso di intensificare le nostre azioni a partire da questo decennio, aumentare i contributi determinati a livello nazionale e fermare il finanziamento pubblico internazionale del carbone nuovo senza sosta entro la fine di quest’anno. Qui alla Cop 26 dobbiamo andare oltre il G20“, ha aggiunto Draghi.
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Draghi ha poi parlato dei fondi necessari per raggiungere gli obiettivi climatici prefissati. “Dobbiamo rafforzare i nostri sforzi sui fondi per il clima. Dobbiamo far lavorare insieme il settore pubblico e privato, in modi nuovi. Boris Johnson ha sottolineato la quantità di denaro disponibile: decine di trilioni. Ma ora dobbiamo usarli, dobbiamo trovare un modo intelligente di spenderli velocemente. Abbiamo bisogno che tutte le banche multilaterali e in particolare la Banca mondiale condividano con il settore privato i rischi che il privato non si può permettere. Abbiamo bisogno di piattaforme. Johnson ci ha dato la buona notizia che i soldi non sono un problema se vogliamo usarli bene“.
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Rispondendo a una domanda sull’India, Draghi ha spiegato che “ci sono comportamenti poco coerenti e questo indebolisce la posizione dei Paesi molto virtuosi. Non credo si ottenga molto sul clima indicando i Paesi colpevoli e i Paesi innocenti, perché i colpevoli sono moltissimi e gli innocenti sono pochissimi“.
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