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Un intervento dai banchi di Palazzo Madama, intenso e accalorato, ma brutalmente interrotto dall’improvvisa interruzione dell’audio. Questa la disavventura occorsa al Senato a Pier Ferdinando Casini, che dopo qualche secondo di discorso reso completamente muto dall’assenza del collegamento del suo microfono, se l’è poi presa con la presidentessa Maria Elisabetta Alberti Casellati e con i tecnici.
“Colleghi, sappiamo tutti che il problema non sono solo i banchi ma è come la gente arriva a scuola. Perché se poi si accavallano…“, sono state le ultime parole udibili di Casini. Che peraltro non si è immediatamente accorto che il suo microfono fosse diventato muto, proseguendo nel suo accalorato intervento sull’annoso tema della scuola. L’evidente disguido ha creato una situazione evidentemente imbarazzante, tanto che quasi subito le telecamere si sono spostate sulla presidentessa Alberti Casellati.
Quindi, dopo diversi secondi, si è tornata a sentire la voce di Casini. Il cui discorso, rivolto proprio alla presidentessa, aveva completamente cambiato argomento. “Questa è una cosa incivile, che venga levato il microfono quando si sta parlando. Vabbè, devo finire? Finisco. Ma per favore dico ai tecnici di evitare di togliere il microfono. Che sembra veramente che facciate voi la censura delle parole delle persone“.
Subito il battibecco si è spostato sulla presidentessa Alberti Casellati, che ha risposto all’ex parlamentare di DC, CCD, UDC e PD. “Senatore Casini, io non tolgo mai la parola. Automaticamente si toglie quando termina il tempo – ha sottolineato quest’ultima –. Io di solito do sempre anche la possibilità di proseguire. Non interrompo mai, però vi pregherei lo stesso di attenervi ai tempi“.
Da qui la conclusione definitiva di Casini: “Ho detto i tecnici. Non mi riferivo a lei. Presidente, le do atto di essere attentissima. Non mi riferivo a lei, ma mi riferivo ai tecnici. Comunque detto questo concludo“. E il malinteso si può quindi definire a partire da quel momento risolto una volta per tutte.
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