POLITICA

AstraZeneca, il piano di Draghi: vaccinazione a tutti gli over 60

Al termine di un’intensa lunga giornata, il governo Draghi ha deciso di seguire la via europea: vaccinare con Astrazeneca solo gli over 60. categoria di popolazione al riparo dai pur rarissimi effetti collaterali che si sono manifestati nelle ultime settimane. E somministrare comunque la seconda dose agli oltre 2 milioni di under 60 che già hanno ricevuto la prima fiala del vaccino di Oxford. Una decisione assunta insieme agli altri tre grandi paesi (Germania, Francia e Spagna) nonostante alla fine l’Ema non abbia raccomandato la sospensione per determinate fasce d’età. Ma Berlino, Parigi e Madrid hanno voluto fissare un’asticella come messaggio di massima precauzione, non rinunciando d’altra parte del tutto ad AstraZeneca. Sia perché scientificamente ritenuto affidabile, sia per il brusco rallentamento che provocherebbe alle campagne vaccinali.

I motivi della scelta di Draghi su AstraZeneca

Mario Draghi ha deciso di seguire l’orientamento prevalente su AstraZeneca. Una scelta contraria, è il ragionamento di fonti di governo, avrebbe provocato ulteriore diffidenza nei confronti del vaccino. Una girandola di telefonate fra le cancellerie, prima che Roberto Speranza si collegasse in videoconferenza con i colleghi dell’Unione Europea per cercare faticosamente una posizione comune. Poi l’incontro con le Regioni. Perché c’è una programmazione delle somministrazioni da riscrivere, prenotazioni da rinviare o modificare. Bisogna farlo in pochissimo tempo per non rallentare la tabella di marcia delle inoculazioni.

La formalizzazione della decisione e tutti i dettagli tecnici e operativi sono in via di definizione e il ministro Speranza ha assicurato che arriveranno già nelle prossime ore. Ma il direttore dell’Istituto superiore di sanità, Franco Locatelli, anche lui presente in collegamento, ha raccomandato “l’uso preferenziale” dei vaccini AstraZeneca per i cittadini “oltre i 60 anni”. Come confermato oggi dal generale Figliuolo, l’obiettivo resta quello delle 500mila somministrazioni al giorno entro aprile.

I dubbi da parte dei presidenti di Regione

Luca Zaia si è fatto interprete dei dubbi di molti dei presidenti di Regione collegati, rimarcando che l’ennesima correzione di rotta provoca ulteriore sfiducia. Ha sottolineato i dubbi che ora avranno medici e pazienti under 60 alle prese con la seconda dose ancora da somministrare. Richiesta con forza anche chiarezza su rimodulazione e tempi di consegna delle dosi alla luce delle nuove indicazioni per AstraZeneca. Tuttavia il governo confida che il saldo dei vaccinati da qui a fine giugno possa rimanere in linea con le previsioni. E gli eventuali timori per i disagi che deriveranno da una revisione del piano vaccini alla luce degli ultimi sviluppi sul caso del siero di Oxford (spiegano fonti di primo livello) più che sul secondo sono concentrati sul terzo trimestre dell’anno.

Nonostante il ‘caso’ AstraZeneca, Draghi prevede di vaccinare 30 milioni di italiani entro giugno

Pur limitando la somministrazione del farmaco dell’azienda anglosvedese agli over 60, il numero dei vaccinati da aprile a maggio programmato dall’esecutivo non cambierebbe. L’obiettivo è di vaccinare circa 30 milioni di italiani. E per i calcoli del governo è alla portata. Nel secondo trimestre dovrebbero arrivare in Italia 50 milioni di dosi, di cui 10 di AstraZeneca sufficienti a vaccinare la popolazione di ultra sessantenni. Il problema si porrà dopo, nel terzo trimestre appunto, quando secondo le stime dovrebbero arrivare oltre 20 milioni di dosi di AstraZeneca, che non si saprà a chi destinare.

Lorenzo Grossi

Classe '89, appassionato sin da piccolo di sport e scrittura. Già da "pischello" scrivevo come collaboratore per alcune testate giornalistiche a cui ho man mano affiancato radio, agenzie di stampa, tv e quotidiani cartacei. Ora è il momento di newsby! Nel carnet anche una breve ma intensa carriera di direttore di gara di calcio a 11.

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