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Dyson, dall’aspirapolvere all’auto elettrica il passo (non) è breve

Chi non conosce gli aspirapolveri della Dyson? Sono l’emblema della modernità: tecnologiche, elettriche, efficienti e cool. L’imprenditore inglese James Dyson, il fondatore, ci ha costruito un impero, anche grazie al brevetto di tecnologie proprietarie. Cosa c’entrano quindi le auto elettriche con gli aspirapolveri della Dyson?

Nel 2016 James Dyson, convinto dal successo della compagnia americana Tesla, specializzata nelle elettriche di lusso, decise di lanciarsi, anche con una certa spregiudicatezza, nell’avventura dell’auto a batteria. L’obiettivo dell’imprenditore inglese era quello di creare un’auto elettrica di lusso, di grande dimensioni e con una tecnologia di riferimento. Il budget stanziato? Pari a 2,2 miliardi di dollari.

Dyson decide di dire addio al sogno dell’auto elettrica

Bene, a quattro anni dall’annuncio dell’avventura elettrica, e dopo aver speso ben 560 milioni di tasca propria per mettere in piedi tutta l’infrastruttura di sviluppo (nel progetto erano chiamati in causa un team di 500 ingegneri), nell’ottobre del 2019 James Dyson decide di dire addio al suo sogno. Il motivo? Mettere in produzione una vettura elettrica costa troppi soldi.

Fino a 1000 km di autonomia

Dopo circa un anno dall’annuncio della cancellazione del progetto, James Dyson, in una recente intervista rilasciata alla rivista inglese The Times, ha svelato alcuni particolari interessanti dell’elettrica che non è mai arrivata sul mercato, mostrando anche la maquette.

Il prototipo dell’auto internamente è stato soprannominato N526. L’elettrica avrebbe avuto l’autonomia più elevata di qualsiasi altra auto a batteria presente sul mercato: quasi 1.000 km con una singola ricarica. La batteria alimenta i due motori elettrici da 536 cavalli (complessivamente), consentendo alla vettura di scattare da 0 a 100 km/h in 4,2 secondi. Scatto fulmineo nonostante la stazza della vettura: 5 metri di lunghezza, 2 metri di larghezza e 1,7 metri di altezza, per 2.600 kg di peso.

Dal punto di vista estetico l’elettrica della Dyson, appariva come una moderna suv dalle dimensioni importanti, mostrando una somiglianza piuttosto forte con alcuni modelli della Land Rover. Il progetto originale prevedeva fino a 7 posti a sedere nella configurazione: 2+3+2.

Le caratteristiche tecniche al top avevano portato James Dyson a ipotizzare un posizionamento tra le elettriche premium (lo stesso segmento della Tesla), con un prezzo di circa 170.000 euro.

Anche se il progetto è stato abbandonato, Dyson, avendo accumulato un solido know-how nella tecnologia delle batterie, si è posto l’obiettivo di offrire consulenze alle aziende automobilistiche interessate a sviluppare elettriche performanti ed efficienti.

Emiliano Ragoni

Etrusco di nascita e di origine, biologo di formazione con la passione per i motori e per il food. Fin dal lontano 2004 mi sono occupato di redazione di articoli in campo videoludico ed hi-tech scrivendo per diverse testate online del settore. Dopo aver diretto per sei anni la sezione motori di IBTimes IT, dal 2017 ho iniziato l’attività di freelance collaborando con importanti testate come alVolante, Wired Italia, Forbes Italia e Business Insider Italia, dove scrivo approfondimenti sulla mobilità alternativa e sostenibile, auto a guida autonoma e mercato. Guardo al futuro del fluido settore della mobilità con un occhio al passato, alle vetture classiche soprattutto. Mi affascina tutto quello che è tecnologia applicata sia alle due che alle quattro ruote.

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