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Yoon Suk-yeol è il primo presidente in carica della Corea del Sud a essere detenuto, per cosa è indagato

Secondo la legge sudcoreana, l’immunità presidenziale non si estende ai reati di insurrezione o tradimento. Gli investigatori hanno tempo fino a 48 ore per richiedere un nuovo mandato di detenzione

Il presidente sospeso della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol, è entrato nella storia politica del Paese come il primo leader in carica ad essere arrestato. L’evento si è verificato il 15 gennaio 2025, quando gli investigatori dell’Ufficio per le indagini sulla corruzione dei funzionari di alto rango (CIO) sono riusciti, al secondo tentativo, a entrare nella residenza presidenziale e a eseguire il mandato di arresto. Yoon è accusato di insurrezione e abuso di potere, in relazione alla breve imposizione della legge marziale il 3 dicembre 2024, una mossa che aveva provocato una profonda crisi politica e sociale nel Paese.

L’arresto e le accuse

L’operazione per arrestare Yoon è iniziata nelle prime ore del mattino. Tremila agenti sono stati schierati presso la residenza presidenziale a Seoul, situata nel quartiere Hannam. Alle 10:33 locali, gli investigatori sono riusciti a entrare nel complesso e ad arrestare il presidente sospeso. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Yonhap, “gli investigatori hanno utilizzato delle scale per entrare nel complesso della residenza presidenziale nel centro di Seul, dopo essere stati bloccati dal servizio di sicurezza presidenziale, che ha eretto una barricata con dei veicoli vicino all’ingresso. All’ingresso sono stati bloccati anche da un gruppo di deputati del partito al governo e dagli avvocati di Yoon. Alcuni investigatori hanno tentato di assicurarsi l’accesso al complesso attraverso un vicino sentiero“.

Yoon Suk-yeol | fotogramma Skytg24 – Newsby.it

Le autorità hanno dichiarato che Yoon è stato portato negli uffici del CIO per essere interrogato, ma il presidente sospeso si è rifiutato di rispondere alle domande. In un messaggio preregistrato diffuso poco prima dell’arresto, Yoon ha affermato: “Ho deciso di comparire davanti al CIO, anche se si tratta di un’indagine illegale, per evitare qualsiasi spiacevole spargimento di sangue. Tuttavia, questo non significa che io approvi la loro indagine“. Ha poi aggiunto: “Lo Stato di diritto nel Paese è crollato e né le agenzie che indagano su di me, né i tribunali che emettono i mandati di arresto, hanno il potere di farlo. Sebbene questi siano giorni bui… il futuro di questo Paese è pieno di speranza. Ai miei concittadini auguro il meglio e di essere forti. Grazie“.

Le reazioni e il contesto politico

L’arresto di Yoon ha provocato una serie di reazioni contrastanti. I sostenitori del presidente si sono radunati fuori dal complesso presidenziale fin dall’alba, scandendo slogan come “Mandato di arresto illegale!” e tenendo in mano cartelli con scritto “Stop the Steal“, uno slogan noto ai sostenitori dell’ex presidente statunitense Donald Trump. Ci sono stati lievi scontri tra manifestanti e polizia, con una persona ferita e circa 3.000 agenti schierati per mantenere l’ordine.

Dall’altro lato, il Partito Democratico sudcoreano, principale forza d’opposizione, ha definito l’arresto “il primo passo verso il ripristino dell’ordine costituzionale, della democrazia e dello Stato di diritto“. Il capogruppo Park Chan-dae ha dichiarato: “Anche se tardivo, è davvero un bene che si possa confermare che l’autorità pubblica e la giustizia in Corea del Sud sono ancora vive”.

La Corea del Sud ha una lunga storia di leader coinvolti in scandali. Yoon non è il primo presidente a essere accusato di gravi reati, ma è il primo a essere arrestato durante il suo mandato, seppur sospeso. La sua breve imposizione della legge marziale, durata appena sei ore, aveva come obiettivo dichiarato quello di “eliminare le forze antistatali”, termine con cui Yoon aveva etichettato l’opposizione. Il provvedimento aveva scatenato proteste diffuse e paralizzato il Paese dal punto di vista politico ed economico.

Le implicazioni future

Secondo la legge sudcoreana, l’immunità presidenziale non si estende ai reati di insurrezione o tradimento. Gli investigatori hanno tempo fino a 48 ore per richiedere un nuovo mandato di detenzione. Se approvato, Yoon potrebbe rimanere in custodia per un massimo di 20 giorni. Nel frattempo, la Corte Costituzionale sta esaminando il caso di impeachment, con un verdetto atteso entro sei mesi.

L’opposizione accusa Yoon di aver tentato di sovvertire l’ordine democratico, mentre i suoi sostenitori denunciano un abuso di potere da parte del CIO e delle forze politiche avversarie. L’arresto segna un punto di svolta nella politica sudcoreana, sollevando interrogativi sul futuro della democrazia nel Paese e sul ruolo delle istituzioni nel garantire l’equilibrio dei poteri.

Giuliana Presti

Laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale presso l'Università di Parma. Scrivo di cinema, cultura e attualità e amo la fotografia e la buona musica.

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