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Venduti due meloni giapponesi per 22mila euro all’asta: i motivi

Due meloni giapponesi premium sono stati venduti all’asta per 3 milioni di yen: ovvero oltre 22.000 euro. Un prezzo superiore del 10% rispetto a quello dell’anno scorso. Si potrebbe dire che questo potrebbe essere l’indicatore più improbabile di una ripresa economica post Covid. Nello specifico, si tratta di due meloni “Yubari”, ceduti lo scorso 22 maggio nelle aste di Sapporo sull’isola di Hokkaido, nel nord del Giappone. Per una cifra record. In base alle stime del consorzio locale nella cittadina di Yubari, famosa per i frutti più succosi della regione, i quasi 100 agricoltori della zona produrranno circa 3.438 tonnellate di meloni per un valore di circa 2,03 miliardi di yen (14,9 milioni di euro).

La coppia di meloni giapponesi è stata la prima dell’anno ad essere messa all’asta al mercato all’ingrosso di Sapporo. È stata acquistata da un’azienda locale di alimenti per l’infanzia (la Hokuyupack Co). Il presidente ha detto che sperava che l’acquisto potesse diffondere un po’ di buon umore. “Anche se ci sono ancora molte notizie negative, spero che possano aiutare le persone a sorridere e superare la pandemia”, ha detto alla stazione televisiva nazionale NHK. Questa somma, che sarebbe sufficiente per acquistare una nuova auto in Giappone, batte i 2,7 milioni di yen ottenuti tre anni fa per altri due meloni Yubari. Come vuole la tradizione, l’azienda distribuirà i meloni gratuitamente la prossima settimana.

Come mai i giapponesi hanno un culto per i meloni?

I frutti di fascia alta solitamente in Giappone raggiungono prezzi elevati durante le aste locali, che vengono usate come campagne commerciali per promuovere le specialità locali. Del resto, i cittadini nipponici hanno un culto della frutta di lusso. In particolare dei meloni Yubari, coltivati sull’isola di Hokkaido e protetto da un’etichetta, un regalo molto popolare, come il buon vino. Pur pagando tali somme, i giapponesi non guardano al costo di acquisto, in particolare quando offrono la frutta, un dono prezioso nell’arcipelago.

Nei reparti dei grandi magazzini dedicati o negozi specializzati, le opere d’arte della natura sono esposte come gioielli, protette da una rete bianca. Spesso vendute singolarmente, mele, pere, pesche, uva presentano forme perfette e lasciano un gusto squisito al palato. Anche nei supermercati di base, la frutta è ancora costosa: una sola mela spesso costa l’equivalente di 2 euro.

Lorenzo Grossi

Classe '89, appassionato sin da piccolo di sport e scrittura. Già da "pischello" scrivevo come collaboratore per alcune testate giornalistiche a cui ho man mano affiancato radio, agenzie di stampa, tv e quotidiani cartacei. Ora è il momento di newsby! Nel carnet anche una breve ma intensa carriera di direttore di gara di calcio a 11.

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