La vicenda giudiziaria legata all’omicidio di George Floyd potrebbe non essersi ancora conclusa. I legali di Derek Chauvin, l’ex agente della polizia di Minneapolis che lo scorso 21 aprile è stato condannato per la morte del 46enne afroamericano, hanno presentato ricorso in appello. Secondo gli avvocati, al loro cliente sarebbe stato negato il diritto a un giusto processo. È per questo motivo che ora ne chiedono un altro.
Nel ricorso si legge che il processo di Chauvin non si sarebbe svolto in modo corretto a causa delle manifestazioni guidate dal movimento Black Lives Matter. I legali, inoltre, accusano la corte che ha condannato l’ex agente di aver abusato della sua discrezione, negando in particolare la richiesta per un cambio di sede del processo. Quest’ultimo si è svolto a Minneapolis, la città in cui George Floyd è stato ucciso. La sentenza per Chauvin è attesa tra un paio di settimane e l’ex agente condannato per tutti e tre i capi di accusa di omicidio rischia fino a 40 anni di carcere. Il 23 agosto invece partirà il processo agli altri tre ex agenti che erano con Chauvin e accusati di favoreggiamento.
Il 21 aprile, il verdetto di colpevolezza di Chauvin è stato accolto con entusiasmo dai manifestanti radunati davanti la tribunale di Minneapolis. Anche Joe Biden, il presidente degli Stati Uniti ha celebrato l’evento, tenendo un discorso in diretta tv. “Oggi abbiamo compiuto un passo avanti contro il razzismo sistemico, che è una macchia per l’anima del nostro Paese. Questo deve essere un momento di vero cambiamento. George Floyd ha implorato ‘non riesco a respirare, non posso respirare’. Non possiamo lasciare che queste parole muoiano con lui. Ai figli di George dobbiamo dire ‘Papà ha cambiato il mondo’”.
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