Quella lanciata dal New York Times è un’accusa pesante: citando come fonti due funzionari del Cdc (il Centro Usa per il controllo e la prevenzione delle malattie), il quotidiano newyorkese sostiene che l’amministrazione guidata da Donald Trump si sarebbe formalmente opposta a una norma che avrebbe obbligato tutti i cittadini americani, senza distinzione di Stato, ad indossare la mascherina sui mezzi pubblici.
La norma sarebbe stata la più restrittiva tra quelle finora disposte a livello federale. Avrebbe obbligato chiunque utilizzi aerei, treni, autobus e metropolitane, sul mezzo e nelle relative stazioni, a coprire naso e bocca. L’obiettivo era quello di seguire l’esempio di altri Paesi (tra cui l’Italia) e limitare la diffusione del virus.
I funzionari, rimasti anonimi perché teoricamente tenuti a rispettare il segreto istituzionale, hanno riferito al NY Times che nonostante il supporto alla norma del segretario alla Salute Alex Azar, il vice presidente americano Mike Pence, capo della task force anti-Covid, non ha voluto neanche prendere in considerazione una discussione, prima di bocciare la proposta.
La giustificazione è stata che ogni decisione in merito deve essere lasciata alle autorità statali e locali. “L’approccio della task force è quello secondo cui New York City è diversa dal Montana o dall’Alabama – ha dichiarato uno dei due funzionari -. Per loro ogni stato sa meglio come gestirsi”.
Quella sull’utilizzo delle mascherine sui mezzi non è l’unica norma che il Cdc si è visto rigettare dalla task force della Casa Bianca. L’ultimo episodio risale a poche settimane fa, quando l’amministrazione Trump ha impedito al Centro di controllo e prevenzione delle malattie di bloccare le navi da crociera fino a metà febbraio, come suggerito dagli scienziati. Bloccate anche le linee guida specifiche per lo svolgimento dei test sierologici e per la riapertura delle scuole. Mosse puramente elettorali, secondo i critici. Decisioni atte a non limitare la libertà degli americani, secondo la Casa Bianca.
Di certo c’è, però, che attualmente gli Usa sono il Paese più colpito al mondo, con oltre 7 milioni e mezzo di contagi e 213mila morti (secondo i dati della Johns Hopkins University), con un incremento di positivi quotidiano che si aggira attorno alle 40mila unità. Con la Casa Bianca che preferisce, almeno per il momento, non intervenire a livello federale.
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