Usa 2020, Obama attacca Trump: “La sua presidenza è un reality”

In un comizio a Philadelphia in stile drive-in, Barack Obama è tornato ad attaccare Donald Trump anche per la gestione del Coronavirus. “La presidenza di Donald Trump è un reality show, la nostra reputazione nel mondo è a pezzi”, sostiene l’ex presidente Usa. A dodici giorni dalle elezioni presidenziali negli Usa Obama non ha usato mezzi termini nel suo comizio a sostegno del candidato democratico Joe Biden. Il suo intervento si è ben presto trasformato in un attacco senza precedenti nei confronti del tycoon. Davanti a lui, una platea selezionata composta in maggioranza da afroamericani e latinos. Un gruppo che in Pennsylvania (che sarà uno Stato decisivo per la corsa di Biden) potrebbe rappresentare l’ago della bilancia.

Nel suo comizio, Obama ha definito Trump “uno zio pazzo”, citando la frase della giornalista di Nbc Samantha Guhtrie che la scorsa settimana ha definito così il presidente durante un dibattito. Ma ci pensate? Questo è il presidente degli Stati Uniti, non è un comportamento normale, ha detto il primo presidente nero della storia degli Stati Uniti. Obama ha attaccato il suo successore per aver rilanciato teorie cospirative, per aver minacciato e chiesto la galera per i suoi avversari politici, per voler distruggere l’assistenza sanitaria che lui aveva faticosamente varato nel suo mandato.

La sfida di Obama a Trump sul programma sanitario

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A Philadelphia si è parlato anche di Obamacare, il programma sanitario introdotto durante il mandato di Obama che Trump dice di voler cancellare: “Joe e Kamala proteggeranno il vostro Obamacare, state tranquilli. I repubblicani dicono da anni che lo sostituiranno con un nuovo programma sanitario, ma non ne hanno mai presentato uno. Ora dicono di volerlo fare, nelle ultime due settimane prima del voto ma per dieci anni non lo hanno saputo fare. La verità è che non hanno nessun piano per sostituire il mio”.

“La sua presidenza è un reality show”, ha poi concluso Obama, non ha mostrato interesse verso nessuno se non verso se stesso, la nostra reputazione nel mondo è a pezzi, la democrazia non può funzionare con un presidente che mente tutti i giorni. Non è un comportamento normale per un presidente. Non potremmo tollerarlo nella nostra famiglia, dal preside di un liceo, dall’allenatore di una squadra sportiva, non potremmo tollerarlo da un collega. Quindi non lasciamo che questa elezione ci lasci rimpianti perché, voi tutti lo sapete, il presidente l’ha già detto diverse volte: ‘se il risultato sarà incerto, mi inventerò qualcosa’. Attenzione, lui è già pronto a farlo, per questo non dobbiamo lasciare nessun dubbio, non dobbiamo essere compiacenti. Non mi interessano i sondaggi. Andate a votare e convincete gli altri a farlo”.

Lorenzo Grossi

Classe '89, appassionato sin da piccolo di sport e scrittura. Già da "pischello" scrivevo come collaboratore per alcune testate giornalistiche a cui ho man mano affiancato radio, agenzie di stampa, tv e quotidiani cartacei. Ora è il momento di newsby! Nel carnet anche una breve ma intensa carriera di direttore di gara di calcio a 11.

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