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Ursula von der Leyen: “Vaccini? Ecco errori e obiettivi dell’Europa”

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In Polonia il 94% del personale sanitario e l’80% degli ospiti delle case di riposo sono stati vaccinati. In Danimarca per le case di riposo siamo al 93%. Invece in Italia oltre il 4% della popolazione è stata vaccinata. Questi tre esempi mostrano che la campagna di vaccinazione in Europa ha preso velocità in molti luoghi”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in aula plenaria del Parlamento UE a Bruxelles.

I piani della Commissione europea per contrastare il Coronavirus

Ursula von der Leyen ha inquadrato la situazione dell’Unione nel contrasto al Coronavirus. Contestualmente ha anche ulteriormente definito i piani per i prossimi mesi: “Nel complesso, da dicembre, 26 milioni di dosi sono state consegnate. Lavoreremo a fondo in modo tale da raggiungere il nostro obiettivo. Cioè, entro l’estate, vaccinare il 70% della popolazione in Europa“.

Dalla presidente della Commissione europea sono arrivate però anche anche alcune ammissioni di colpa su come l’emergenza è stata gestita. “E oggi nella battaglia contro il Coronavirus non siamo però ancora arrivati laddove vorremmo essere – ha ammesso infatti –. Siamo arrivati in ritardo con le autorizzazioni. Siamo stati troppo ottimisti per quanto riguarda la produzione di massa. E, forse, siamo stati un po’ troppo sicuri del fatto che le quantità ordinate sarebbero state consegnate in tempo utile“.

Ursula von der Leyen: “Vaccini? Se gli Stati avessero fatto da sé, sarebbe stata la fine”

L’ultimo richiamo della presidente della Commissione europea è stato però alla gestione realmente comunitaria dimostrata dalla UE nella questione vaccini. “Ma noi europei abbiamo fatto bene ad agire in modo solidale e a ordinare insieme i vaccini. Non voglio neanche immaginare cosa sarebbe successo se alcuni grandi Stati membri si fossero garantiti le vaccinazioni e tutti gli altri fossero rimasti a mani vuote“, ha sottolineato infatti Ursula von der Leyen.

Quindi la chiusura, con parole molto gravi: “Cosa avrebbe comportato questo per il nostro mercato interno e per l’unità dell’Europa? Sarebbe stato qualcosa di insensato sul piano economico e sarebbe stata anche la fine della nostra comunità“, è stata l’analisi della presidente della Commissione UE.

Giulia Torbidoni

Classe 1983, marchigiana a Bruxelles da 4 anni, dal 2017 realizzo in totale autonomia servizi videogiornalistici. Copro i lavori delle istituzioni europee e mi sposto dalla capitale belga alla alsaziana Strasburgo per seguire le plenarie dell'Eurocamera. Appassionata di politica e di musica, mi sono laureata a Bologna in lettere classiche indirizzo archeologico e ho conseguito il diploma in pianoforte al Conservatorio Rossini di Pesaro. Sono giornalista professionista dal 2010.

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