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Volodymyr Zelensky, presidente dell’Ucraina, ha affermato in un video messaggio alla nazione che è “troppo presto” per celebrare una piena ripresa delle esportazioni di grano, dopo la partenza della prima nave ieri dal porto di Odessa. “In questo momento è troppo presto per trarre una conclusione e fare ogni previsione. Aspettiamo di vedere come funzionerà l’accordo e se la sicurezza sarà veramente garantita“, ha detto nel suo consueto discorso quotidiano serale.
“L’esportazione di grano e di altri prodotti agricoli dai nostri porti nel Mar Nero è iniziata oggi – ha spiegato Zelensky, nel suo video girato il 1° agosto –. La prima nave, che trasporta 26 mila tonnellate di mais ha lasciato il porto di Odessa. Ora però non siamo in grado di prevedere ulteriori eventi“. La notizia in ogni caso è ottima per l’Ucraina: “Il porto ha iniziato a funzionare, è iniziato il traffico di esportazione. E questo si può definire un primo segnale positivo“, ha osservato il presidente.
Zelensky peraltro nel suo discorso non fa riferimento alla sola Ucraina, ma allarga il campo. “C’è una possibilità di fermare il dilagare della crisi alimentare nel mondo – ha infatti osservato –. Ma tutto dipende dall’attuazione dei parametri di sicurezza dell’iniziativa. La cui responsabilità è dei partner, a partire dalle Nazioni Unite e dalla Turchia. Non possiamo illuderci che la Russia semplicemente si asterrà dal cercare di interrompere le nostre esportazioni“.
Zelensky se l’è quindi nuovamente presa con Mosca. Stavolta però non specificamente per la guerra in atto da oltre cinque mesi, ma per le sue conseguenze nel resto del mondo. “La Russia – ha sottolineato – ha costantemente provocato la carestia nei Paesi dell’Africa e dell’Asia. Nazioni che tradizionalmente importavano dall’Ucraina grandi volumi di cibo. Ma ora, in condizioni di caldo estremo come quello che l’Europa sta vivendo quest’anno, la minaccia di una crisi dei prezzi e di una non indifferente carenza di cibo è possibile anche per alcuni Paesi europei“.
“Vedremo come funzioneranno gli accordi e se ci sarà davvero sicurezza. Sedici navi aspettano già il loro turno per la partenza, e noi siamo pronti a dare un contributo adeguato alla stabilizzazione del mercato alimentare mondiale“, ha concluso Zelensky. E a ballare non è più solo il futuro della sua Ucraina, ma di molte altre zone del Pianeta.
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