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MONDO

Twitter, venduto all’asta il primo post di Dorsey: 2,9 milioni di dollari

Il co-fondatore e ceo di Twitter, Jack Dorsey, ha venduto il suo primo post del suo social network, che aveva messo all’asta poco più di due settimane fa, per 2,9 milioni di dollari. Il tweet era datato 21 marzo 2006 e su questo si legge “just setting up my twttr”. Il post è stato messo in vendita su “Valuable by Cent”, marketplace di tweet lanciato circa tre mesi fa. Ad accaparrarsi il tweet è Sina Estavi, ceo di Bridge Oracle, secondo quanto riferisce la stessa “Valuable by Cent”.

Il post è stato venduto come un cosiddetto “non-fungible token” (Nft) o “token non fungibile”, cioè un certificato digitale unico che dichiara a chi appartengano una foto, un video o altri contenuti online. La messa in vendita risale a dicembre, ma ha attirato l’attenzione dei più dopo che venerdì 5 marzo lo stesso Jack Dorsey ha twittato un link alla pagina della vendita.

Le offerte per il primo post di Twitter sono subito schizzate alle stelle

Pochi minuti dopo il lancio del link, le offerte hanno raggiunto oltre 88mila dollari; poi il giorno dopo sono schizzate alle stelle, raggiungendo 1,5 milioni di dollari e poi 2 milioni di dollari. Anche dopo la vendita, il post del 2006 resterà visibile al pubblico: l’acquirente, però, riceverà un certificato con firma digitale e verificata di Dorsey, come pure i metadati del tweet. “Valuable by Cent” paragona l’acquisto di un tweet a quello di un autografo o di un cimelio.

Secondo le condizioni di “Valuable by Cent”, il 95% della vendita di un posto di Twitter va a chi l’ha pubblicato e il resto alla piattaforma. Questo mese Dorsey aveva twittato spiegando che il ricavato dalla vendita sarebbe stato convertito in bitcoin e dato a GiveDirectly, organizzazione no profit attiva in Africa che raccoglie soldi a sostegno delle famiglie africane più colpite dalla crisi della pandemia di Coronavirus.

Lorenzo Grossi

Classe '89, appassionato sin da piccolo di sport e scrittura. Già da "pischello" scrivevo come collaboratore per alcune testate giornalistiche a cui ho man mano affiancato radio, agenzie di stampa, tv e quotidiani cartacei. Ora è il momento di newsby! Nel carnet anche una breve ma intensa carriera di direttore di gara di calcio a 11.

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