Trump-Biden, il dibattito tv è dominato da caos e insulti

"Trump è un irresponsabile e un clown", "Biden vuole distruggere gli Stati Uniti": lo scontro pre elettorale è povero di proposte e dai toni molto aspri

Usa 2020, ancora nessun vincitore: Trump e Biden sono in bilico
Newsby Marco Enzo Venturini 30 Settembre 2020

Novanta minuti di dibattito (anzi 96), al termine dei quali sembrano un po’ tutti scontenti. Sono quelli a cui hanno dato vita Donald Trump e Joe Biden, i due candidati alla Casa Bianca nelle elezioni presidenziali che negli Stati Uniti si terranno il prossimo 3 novembre. Il palco del Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio, ha infatti mostrato interruzioni continue e una pioggia di insulti reciproci tra i due. Che gli analisti americani già hanno definito protagonisti del “peggior dibattito di ogni tempo“.

Donald Trump e Joe Biden hanno iniziato la loro contesa verbale all’insegna della civiltà, ma il tutto è durato pochi secondi. Quello del saluto iniziale, senza stretta di mano in ottemperanza ai protocolli di prevenzione anti Coronavirus. Per il resto del dibattito, però, le accuse e gli insulti hanno sovrastato le effettive proposte. Tanto che i commenti del giorno dopo, anche sui social network, fanno trasparire un sentimento di sostanziale sconforto da parte della cittadinanza. In particolare da parte degli indecisi.

La cronistoria di un dibattito dai toni esasperati

I temi più caldi di questi mesi vengono tutti affrontati, ma la linea della costruttività lascia ben presto spazio a quella dell’insulto. Come quando si parla di un argomento delicatissimo: la gestione della pandemia. Si passa dall’ipotesi della cancellazione dell’Obama Care (che lascerebbe milioni di persone senza copertura assicurativa sanitaria) al vecchio consiglio di Trump di curarsi con la candeggina. “Tutti sanno che il presidente Donald Trump è un bugiardo e un clown“, attacca Biden. “Non c’è nulla di intelligente in te, ti sei diplomato come ultimo della classe“, replica il presidente.

E si prosegue su questa linea. “Trump è un irresponsabile. Non ha un piano e fa di tutto per riaprire quanto prima, senza però che ci siano le condizioni di sicurezza“. “Biden vuole richiudere l’intero Paese. Vuole distruggerlo, è un pupazzo in mano alla sinistra radicale“, sono alcune delle frasi che si sentono. Con toni che restano esasperati anche quando si parla dello scandalo delle tasse non pagate dal Presidente in carica, come scoperto dal ‘New York Times’.

Ho pagato milioni di dollari“, afferma Trump. Che dopo essersi a sua volta sentito definire “pupazzo di Putin” e aver garantito che presenterà la sua dichiarazione dei redditi (cosa che ancora non ha fatto), ha messo nel mirino la famiglia di Joe Biden. “Tuo figlio Hunter è stato allontanato dall’esercito con disonore. Non ha mai trovato lavoro fino a quando tu non sei diventato vice-presidente. Solo allora ha trovato la fortuna in Russia e Ucraina“.

Donald Trump e Joe Biden: chi ha vinto il confronto?

Un clima insomma molto pesante e confusionario, che il moderatore Chris Wallace (di ‘Fox News’ ma non smaccatamente repubblicano) ha fatto fatica a contenere. Il giornalista ha comunque sferzato Trump su alcuni delicati temi come quello della sicurezza. Con il presidente sotto attacco per la sua politica che poco tutela gli afroamericani e lascia troppo spazio ai suprematisti bianchi (accusa da cui non si è difeso). D’altra parte Biden è apparso in difficoltà quando si è parlato dei possibili tagli alle forze dell’ordine.

Ultimo capitolo, la legittimità del voto. “Uscite e votate. Siete voi che determinerete il futuro del Paese. Lui non potrà fermarvi“, l’appello di Biden. Mentre Trump, ancora una volta, ha messo preventivamente in discussione l’esito delle urne. “Il voto per posta è un disastro, una frode. Potremmo non sapere il risultato per mesi“, il suo attacco. Con la sensazione che il candidato democratico abbia sì vinto (secondo la ‘CNN’ è così per il 60% della cittadinanza) senza però sfruttare appieno l’occasione del confronto con il rivale. In un dibattito che, comunque vada, passerà alla storia per il suo basso livello complessivo.