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Dalle Torri Gemelle al Covid: la storia vista dai complottisti

Nel 2005 il documentario ‘Loose Change’ entrò a gamba tesa nel dibattito pubblico statunitense avanzando l’ipotesi che dietro all’attentato alle Torri Gemelle vi fosse una regia governativa. Oggi, a vent’anni esatti dall’11 settembre 2001, il suo autore, il veterano Korey Rowe, è pentito. In un’intervista all’Associated Press, Rowe ha sì difeso la sua opera, ma ha preso le distanze da tutte le teorie complottiste e le fake news che oggi circolano su pressoché ogni argomento, dal Covid-19 alle elezioni politiche.

Rowe, infatti, non si sarebbe mai aspettato che le sue idee – maturate dopo anni di traumi in Iraq e Afghanistan – potessero avere questa eco. Nemmeno i decenni precedenti erano immuni da complottismi di ogni genere. Ma le teorie sulle Torri Gemelle rappresentano uno spartiacque nella linea temporale del cospirazionismo. Il motivo è semplice ed è legato alla globalizzazione dell’informazione.

La storia vista dai cospirazionisti

Le dietrologie sull’allunaggio del 1969, sull’omicidio di John Fitzgerald Kennedy nel ’63 o sugli Ufo, infatti, hanno avuto un impatto minore perché privi del terreno fertile per proliferare. Cosa che invece oggi è possibile, soprattutto grazie a Internet. ‘Loose Change’ fu uno dei primi contenuti a diventare virale su un web ancora in fase primordiale.

Di fatto le teorie sull’11 Settembre hanno provocato un effetto a cascata sugli utenti della Rete spingendoli a porsi sempre più dubbi sui più disparati argomenti. Come scrive l’Ap, da una breve ricerca su Google emergono circa otto milioni di risultati alla voce “Teorie cospirazioniste 11 Settembre”. Mentre, se ripetiamo la stessa ricerca focalizzandoci sul Covid-19, i risultati sono praticamente il triplo.

E così via con i no vax, la Terra piatta, lo sbarco su Marte e l’asserita non esistenza dell’Olocausto: l’infodemia è servita. Ma ci sono anche temi politici, come le elezioni presidenziali statunitensi del 2020. L’ex presidente Donald J. Trump, infatti, non ha mai accettato la sconfitta contro Joe Biden sostenendo che il voto sia stato truccato. Una tesi che, grazie alle campagne social, ha finito per alimentare l’odio e le proteste che hanno portato all’assalto di Capitol Hill dei supporter del tycoon.

Torri Gemelle, il ripristino della verità

Qualcosa, però, sta cambiando. Negli Usa c’è chi si sta impegnando per ristabilire la verità sulle Torri Gemelle. L’obiettivo è raggiungere tutti quei giovani americani che sono nati dopo l’11 Settembre e che utilizzo i social e il web come fonti primarie per informarsi. Il rischio è che possano facilmente aderire alle teorie complottiste e per questo che, ad esempio, il National Sept. 11 Memorial and Museum organizza corsi nelle scuole in tutti gli Usa per raccontare ciò che è accaduto vent’anni fa.

Ma c’è anche chi, come il celebre regista Spike Lee, ha deciso di prendere una netta posizione. Nel modificare il finale di ‘NYC Epicenters 9/11 → 2021½’, il cineasta ha deciso di rimuovere dal montaggio le scene in cui compaiono esponenti del gruppo complottista Architects and Engineers for 9/11 Truth. Secondo le loro tesi, la demolizione degli edifici del World Trade Center sarebbe avvenuta tramite un’operazione controllata.

La decisione di Spike Lee arriva dopo le feroci critiche per l’inclusione di quelle scene nella sua docuserie di tributo alla città di New York. Il progetto è diviso in quattro parti e l’ultimo episodio andrà in onda proprio in occasione del ventennale degli attentati terroristici.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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