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Ryan Wesley Routh, chi è l’uomo che avrebbe provato a uccidere Trump?

Il sospettato è stato fermato sull’Interstate 95 a bordo della sua auto. Al momento dell’arresto non era armato

A distanza di tre mesi dal precedente attentato, avvenuto durante un comizio in Pennsylvania, l’ex presidente Donald Trump ha rischiato di essere di nuovo colpito da un proiettile. L’uomo che avrebbe provato a uccidere il tycoon mentre era impegnato in una partita di golf a West Palm Beach (in Florida) è stato arrestato dai servizi segreti, che ora stanno provando a fare luce su quanto avvenuto e sul possibile movente. Il sospettato si chiama Ryan Wesley Routh, ha 58 anni e, pur essendo originario nel North Carolina (dove ha frequentato la North Carolina Agricultural and Technical State University), sembra che abbia trascorso gli ultimi anni alle Hawaii. Nel recente passato avrebbe tentato più volte ad arruolarsi come mercenario per difendere l’Ucraina dai militari russi.

La ricostruzione dei fatti

Come riferito da Ric Brasdshaw, sceriffo della contea di Palm Beach, durante la partita di golf nella quale era impegnato Trump, un agente dei servizi segreti ha ispezionato l’area che l’ex presidente avrebbe dovuto raggiungere in un secondo momento e attorno alle 13:30, tra la quinta e la settima buca, ha notato che dalla recinzione alberata che circondava il campo sbucava la canna di un fucile. Per proteggere il candidato repubblicano, l’agente ha aperto il fuoco, causando la fuga dell’uomo armato. Il sospettato è fuggito a bordo di una Nissan nera, la cui targa è stata fotografata da un testimone oculare. Nella fretta di andarsene, il presunto attentatore ha dovuto lasciarsi alle spalle un fucile AK-47, due borse e una telecamera montata sulla recinzione che circondava il campo da golf.

In seguito alla fuga, Routh è stato fermato sull’Interstate 95 a bordo della sua auto. Al momento dell’arresto non era armato, non ha fatto domande sulle accuse mosse nei suoi confronti e, in generale, è sembrato calmo.

Il possibile movente di Routh

Ci sono ancora parecchi dubbi da dissipare su quanto avvenuto. Per esempio, non è chiaro se Routh abbia sparato o meno prima della fuga e anche il suo movente appare fumoso. Pur avendo votato per il Partito Repubblicano in passato, negli ultimi anni l’uomo ha assunto delle posizioni piuttosto critiche nei confronti di Trump, come emerge da vari post pubblicati su X (l’ex Twitter). “Io e il resto del mondo speravamo che da presidente Trump si sarebbe dimostrato migliore rispetto a quando era un candidato, ma siamo rimasti ampiamente delusi, perché è andato incontro a un’involuzione. Sarò felice quando non ci sarà più”, si poteva leggere in un suo post pubblicato a giugno 2020 prima che il suo account venisse sospeso.

Routh non ha criticato solo l’ex presidente, ma anche il miliardario Elon Musk e il presidente russo Vladimir Putin. Ha rivolto degli appelli a Joe Biden e ad altre figure della politica e dello spettacolo invitandole ad attivarsi per aiutare la causa ucraina. Nei post in questione si è persino detto disposto ad arruolarsi in Ucraina per combattere.

Sui social, Routh ha ribadito in più occasioni il suo desiderio di dare un contributo importante alla comunità. “Apprezzerei l’invito a unirmi a qualsiasi causa monumentale e degna per apportare un vero cambiamento nel nostro mondo”, si legge in uno dei suoi post.

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Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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