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È di sei morti e ventiquattro feriti il bilancio della sparatoria avvenuta lunedì nel campus dell’Università Statale di Perm, in Russia. Lo riporta l’Ansa, citando il Ministero della Salute russo e l’agenzia TASS. Gli organi di stampa locali hanno inoltre specificato che l’attentatore, Timur Bekmansurov di 18 anni, è stato ferito dalle forze dell’ordine, intervenute sul posto dopo l’allarme lanciato dagli studenti e dal personale dell’università, ed è ricoverato in un ospedale vicino. In un primo momento le stesse fonti lo avevano dato per morto, notizia poi smentita nelle ore successive alla strage.
Secondo le prime ricostruzioni, Bekmansurov, studente dello stesso ateneo, ha aperto il fuoco in uno degli edifici dell’università. Molti studenti hanno immediatamente cercato di fuggire da uscite secondarie e dalle finestre. Alcuni di essi, purtroppo, sono stati raggiunti dai colpi esplosi dall’assassino. Altri studenti si sono invece barricati nell’auditorium in attesa dell’intervento delle forze dell’ordine.
Il presidente russo Vladimir Putin, come confermato dal Cremlino, ha espresso “profonde condoglianze” nei confronti dei familiari e delle persone vicine alle vittime della strage all’Università di Perm.
Secondo quanto riportato da testate indipendenti russe citate dall’Ansa, Bekmansurov è uno studente di legge proprio all’Università di Perm. Prima della sparatoria, l’autore della strage avrebbe scritto un post su VKontakte – un social network molto diffuso in Russia, paragonabile a Facebook – in cui chiedeva che le sue azioni non fossero considerate un atto terroristico.
Bekmansurov affermava inoltre di non essere membro di alcuna organizzazione estremista. “Odio me stesso, ma voglio fare del male a tutti quelli che si mettono sulla mia strada”, recitava il post, poi cancellato da VKontakte.
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