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Russia, è guerra di informazione con gli Usa | Joe Biden e i suoi file segreti

Tra Russia e Ucraina la guerra si combatte tragicamente con armi, carri armati, bombardamenti aerei e droni. Ma quella più silenziosa (e meno letale) tra gli Usa e Mosca è sempre più legata anche ai mezzi di informazione. Tanto che, secondo le stesse fonti americane, Joe Biden starebbe adottando una strategia sempre più sottile.

Appare infatti sempre più certo il fatto che la presidenza Usa stia utilizzando informazioni “declassificate” per tentare di destabilizzare Vladimir Putin. Ciò significa che Biden sta diffondendo informazioni che di per sé avrebbero il vincolo di “segretezza nazionale” (un vincolo che proprio la Casa Bianca ha il diritto di superare). Una strategia definita “senza precedenti” negli States. Ma in che cosa consiste esattamente? E quali obiettivi conta di ottenere per contrastare la Russia? Facciamo il punto sulla situazione.

Russia e Stati Uniti, la guerra delle informazioni: cosa è vero e cosa è strategia

Il tutto nasce da una dichiarazione di Biden tanto chiara quanto allarmante. Il presidente Usa ha infatti affermato pubblicamente che la Russia potrebbe prepararsi a utilizzare agenti chimici in Ucraina. Una minaccia che sarebbe stata scoperta dall’intelligence, e che ha scatenato lo sgomento in buona parte del mondo. A quanto pare, però, la verità sarebbe leggermente diversa.

Foto | Pixabay | DimitroSevastopol

‘NBC News’ ha infatti riferito di aver saputo da tre funzionari del governo Usa che le cose non stanno proprio così. Secondo loro addirittura “non ci sarebbero evidenti prove” sul fatto che la Russia abbia effettivamente portato le fatidiche armi chimiche vicino all’Ucraina. Gli States, però, avrebbero diffuso tali informazioni come deterrente. Con lo scopo, insomma, di dissuadere Putin dall’utilizzo delle munizioni vietate (di cui comunque dispone davvero). Una mossa, se così si può definire, “preventiva“.

La stessa ‘NBC’ ha definito tale strategia “audace e finora efficace, sebbene non priva di rischi“. Tale giudizio proviene da diversi osservatori, consapevoli del lavoro monumentale che sta svolgendo l’intelligence Usa. Il Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca è in prima linea nell’operazione, e sta procedendo a desecretare una grande mole di documenti che contengono informazioni sulla Russia. Obiettivo: prevedere le possibili manovre di Putin e, anticipandone le possibili intenzioni, destabilizzarlo.

Non appare un caso il fatto che Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale, in settimana abbia dichiarato dalla Casa Bianca che la Russia stava allontanando le truppe da Kiev certo non per ritirarsi quanto per ridistribuirle a est e sud. L’informazione, frutto di documenti declassificati dall’intelligence, si è poi rivelata accurata. E proprio questo genere di informazioni serve agli Usa per “minare la propaganda di Mosca e impedire al Cremlino di definire come viene percepita la guerra nel mondo“, come ha spiegato un funzionario governativo. E ciò avviene anche quando non si ha la certezza di comunicare qualcosa di perfettamente esatto.

Foto | Pixabay | Dsndrn-Videolar

Tim Weiner, esperto giornalista e saggista che nel 2007 ha ricostruito in un libro la storia della CIA, ha elogiato la strategia degli Usa. “Non vedevo una dimostrazione di intelligence come strumento del potere statale così incredibile dai tempi della crisi dei missili a Cuba. In questo modo si è certamente riusciti nell’impresa di allentare la disinformazione del Cremlino“, ha dichiarato. Più cauto il direttore della CIA, William Burns. “Ho una lunga carriera di diplomatico alle spalle. E troppo spesso ho visto casi in cui abbiamo perso guerre di informazione con la Russia“, il suo monito. L’amministrazione Biden, però, ci prova. E secondo ‘NBC News’ l’iniziativa sta raccogliendo il plauso anche di molti repubblicani.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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