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Polonia, il “trucco” degli attivisti per aiutare segretamente i migranti

C’è una sorta di “messaggio in codice” che possono comprendere solo i migranti che attraversano il confine fra Polonia e Bielorussia e gli attivisti delle organizzazioni umanitarie polacche. Si tratta di alcune luci, molto spesso provenienti da lanterne, verdi che gli attivisti lasciano appositamente sull’uscio di casa.

Così facendo chi attraversa il confine sa che in quella casa è possibile trovare riparo, oltre a un pasto caldo. A raccontarlo è il quotidiano Avvenire, il quale spiega che fra i promotori dell’iniziativa c’è anche l’avvocato Kamil Syller. Tutto è partito da un villaggio nel Nord-Est della Polonia, Dubicze Cerkiewne, ma l’usanza si sta diffondendo anche in altre zone lungo il confine.

Polonia, le “lanterne verdi” per aiutare i migranti

In questo modo, dunque, gli attivisti e tutti coloro che vogliono aiutare non devono uscire dalle proprie abitazioni, evitando anche problemi con la giustizia. La legge polacca vieta infatti di far soggiornare i migranti per più giorni consecutivi né di accompagnarli per un tratto di strada. È vietato inoltre avvicinarsi alla frontiera per consegnare cibo e coperte. Il rischio a cui si va incontro è un processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Ma grazie alle lanterne verdi è possibile aggirare i divieti di Varsavia e così i migranti sanno sempre dove poter andare per un po’ di ristoro e trascorrere la notte al cado dopo giorni di cammino nelle foresta. Molto spesso, infatti, chi oltrepassa la frontiera ha paura delle conseguenze (una denuncia, ad esempio) e non chiede aiuto ai residenti.

Gentiloni: “Situazione vergognosa e drammatica”

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Nel frattempo, sale la tensione fra l’Unione europea e la Bielorussia proprio per la gestione della crisi migratoria al confine con la Polonia. Oggi ne ha parlato anche il commissario all’Economia dell’Ue, Paolo Gentiloni, bocciando l’ipotesi di costruire dei muri alle frontiere e definendo la situazione vergognosa e drammatica”.

Vergognosa perché c’è un governo, le autorità della Bielorussia, che usa i migranti come fossero delle armi da rivolgere contro un Paese vicino. E drammatica perché tutto questo avviene in condizioni meteorologiche particolari e senza accesso alle organizzazioni umanitarie, alle organizzazioni delle Nazioni Unite, in quella situazione – ha spiegato –. Lo scandalo del comportamento del regime bielorusso è uno scandalo che l’Europa non può in nessun modo accettare.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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