Pamplona, il Coronavirus cancella San Firmino: proteste per la città

Gli enormi problemi provocati in tutto il mondo dal Coronavirus hanno interrotto per forza di cose diverse tradizioni. Ma non ovunque gli effetti dell’emergenza sono stati accolti di buon grado. È il caso della comunità navarra, che quest’anno dovrà rinunciare alla tradizionale festa di San Firmino in quel di Pamplona. E la cancellazione del famosissimo Encierro, la corsa dei tori per le strade cittadine, ha scatenato un uragano di proteste.

Niente tori, ma gente in strada a Pamplona

A Pamplona, infatti, la cittadinanza ha deciso di scendere ugualmente in strada indossando gli abiti dell’occasione. Niente corsa dei tori, però. Ma solo le vibranti proteste per la cancellazione dell’evento che ha reso noto in tutto il Pianeta questo piccolo angolo di mondo.

Così si è svolto uno dei 6 luglio più particolari della storia di Pamplona, con le persone in strada vestite come sempre di bianco e dotate di fazzoletti rossi. Ma senza nessun toro a rincorrerle. Del resto sarebbe stato impossibile organizzare il tradizionale Encierro garantendo al contempo il distanziamento sociale reso indispensabile dalle regole di prevenzione che anche in Spagna sono state adottate in epoca di Coronavirus.

La tradizione e la fama della festa di San Firmino

La corsa dei tori per le strade di Pamplona è un evento tradizionale della Navarra, divenuto celebre a livello mondiale a partire dal 1926, dopo essere stato raccontato da Ernest Hemingway nel suo romanzo ‘The Sun also Rises’. Tuttavia la Festa di San Firmino viene costantemente bersagliata dalle critiche per i rischi che provoca all’incolumità di persone e animali. Molte edizioni hanno infatti fatto registrare decessi, tra cittadini, semplici turisti e anche gli stessi tori.

Un problema che per il 2020 non si porrà, dato che la Festa di San Firmino (della durata di sette giorni consecutivi) quest’anno non avrà luogo. Qualcosa che non succedeva dai tempi della Guerra Civile. Ma la gente di Pamplona non ci sta. E la sua presenza per le strade della città lo testimonia.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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