La Nasa, l’Agenzia spaziale statunitense, sta studiando il comportamento del fuoco nello spazio. In particolare, ne sta valutando i potenziali rischi in assenza di gravità, così da renderlo una risorsa utilizzabile non solo sulla Terra. L’idea di fondo, infatti, è quella di poter ricreare delle condizioni simili a quelle terrestri anche sulla Luna o su Marte, potenzialmente abitabili dall’uomo in futuro.
Per farlo la Nasa ha avviato un esperimento, ribattezzato Progetto SoFIE (acronimo di “The Solid Fuel Ignition and Extinction”), sulla Stazione spaziale internazionale. Il progetto partirà il 19 febbraio con il lancio della missione commerciale NG-17 della multinazionale statunitense Northrop Grumman, attiva nel campo aerospaziale e della difesa.
Secondo i tecnici dell’ente governativo, le fiamme hanno un comportamento diverso nel cosmo e per questo vogliono valutare l’impatto che cambi di aerazione o gravità hanno sulla propagazione del fuoco. Un altro obiettivo sarà quello di valutare l’infiammabilità dei materiali da utilizzare per costruire habitat planetari; soprattutto nell’ottica di un futuro sviluppo del turismo spaziale.
In particolare i tecnici stanno valutando la costruzione di edifici ignifughi da installare sulla Luna o su Marte. In totale, gli esperimenti (selezionati nel 2009) che la Nasa vuole condurre sull’Iss sono cinque e riguardano principalmente l’infiammabilità e la combustione delle superfici; ma anche il passaggio delle fiamme attraverso spazi ristretti a gravità zero.
Alcuni di questi test, infine, potrebbero avere delle ricadute positive in termini di sicurezza e di protezione dagli incendi anche sulla Terra. La Nasa ha comunicato che gli esperimenti termineranno nel novembre del 2025. In parallelo, ne verranno condotti altri finalizzati a valutare la composizione del biofilm spaziale e alla coltivazione di piante in assenza di suolo.
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