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Meloni incontra Biden: “Via della Seta”, perché l’Italia dovrebbe lasciarla?

La Cina sarà il dossier più pesante sul tavolo del faccia a faccia tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, atterrata nella notte a Washington, e l’inquilino della Casa Bianca Joe Biden.

Il presidente americano riceverà la premier italiana nello Studio ovale alle 15 ora locale, le 21 in Italia, “per riaffermare il forte rapporto tra Stati Uniti e Italia”, recita una nota della presidenza Usa. Al centro del colloquio i prossimi passi che il governo italiano si appresta a compiere sulla controversa ‘Nuova Via della Seta‘, in scadenza nel 2024.

Il rinnovo della “Nuova via della seta”

Nel 2019, quando al governo c’era l’alleanza “giallo-verde” tra M5S e Lega guidata da Giuseppe Conte, l’Italia è stato il primo Paese del G7 ad aderire alla “Belt and Road Initiative”, la “Nuova via della seta” per l’appunto, il progetto lanciato nel 2013 dal presidente Cinese Xi Jinping con l’obiettivo di creare un grande spazio economico eurasiatico, un ponte tra Oriente e Occidente, per agevolare e incentivare la cooperazione commerciale e diplomatica.

La firma dell’accordo ha spostato il baricentro della diplomazia italiana a Est, indispettendo non poco uno storico alleato come gli Stati Uniti.

Gli accordi con la Cina sono “pericolosi”, è la posizione di Washington. E Giorgia Meloni, alla sua prima trasferta negli Stati Uniti da presidente del Consiglio, è partita alla volta degli States con l’obiettivo di incassare il sostegno Usa, soprattutto sul fronte che più le sta a cuore, l’Africa, il Mediterraneo e la spinta allo sviluppo anche per contenere le migrazioni verso il Vecchio continente.


Foto ANSA | US PALAZZO CHIGI | FILIPPO ATTILI

Come ha osservato il Washington Post, l’intesa tra i due leader è stata cementata dalla posizione netta assunta dall’Italia nei confronti della guerra in Ucraina col sostegno incondizionato garantito a Kiev.

La nota della Casa Bianca non a caso parla di “un più stretto coordinamento transatlantico per quanto riguarda la Cina”. Confermare o meno la partecipazione alla Belt and Road Initative è questione delicata per Roma, presa tra due fuochi. Da un lato gli Usa, che spingono per l’uscita dall’accordo, e dall’altro la Cina, che minaccia ritorsioni in caso di abbandono. Se l’accordo in sé non ha portato all’Italia sviluppi concreti significativi sul fronte economico, la Cina infatti resta un partner commerciale importante per Italia.

Le minacce della Cina: “Impatto negativo”

Non è un caso che alla vigilia della partenza per gli Stati Uniti, da Pechino sia arrivato un avvertimento: “La decisione italiana sulla Belt and Road Initiative dovrebbe essere presa senza influenza americana. Se l’Italia dovesse seguire la direzione strategica degli Stati Uniti, danneggerà i propri interessi e l’autonomia”, ha scritto il Global Times, giornale del Partito comunista cinese. Quindi la minaccia per niente velata: “L’impatto negativo potenziale è preoccupante in termini di fiducia politica e cooperazione”.

Gli altri temi sul tavolo: Ucraina e Nord Africa

Oltre alla Cina, il presidente americano e Giorgia Meloni “discuteranno degli interessi strategici comuni, tra cui il sostegno all’Ucraina contro l’aggressione della Russia” e “degli sviluppi in Nord Africa. Biden e Meloni parleranno anche della “prossima presidenza italiana del G7 nel 2024“, ha spiegato la Casa Bianca.

Federica Giovannetti

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