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Mascherine: niente obbligo, ma la gente le vuole | Il caso di Giappone e Corea

Se in Italia continuano a infuriare le polemiche sull’opportunità o meno di indossare ancora obbligatoriamente le mascherine in vari luoghi chiusi, pubblici o di lavoro, altre parti del mondo vivono realtà completamente diverse. O, sarebbe il caso di dire, opposte. È il caso per esempio di Giappone e Corea del Sud. Dove, al contrario, sono i cittadini stessi ad aver deciso in massa di non liberarsi dei dispositivi di protezione anti Covid.

Lo si evince da un’inchiesta di ‘The Guardian’, che ha verificato come tali Paesi (come l’Italia) non presentino più alcun obbligo di indossare mascherine come restrizione per contrastare il Covid. È tuttavia frequente, e in certi casi una sorta di regola non scritta, vedere per le strade locali persone di ogni tipo che continuano a sfoggiarle. Un fenomeno in totale controtendenza rispetto a ciò che avviene da noi, e che merita un approfondimento.

Mascherine in Giappone e Corea del Sud: perché la gente non vuole toglierle

Non bisogna innanzitutto dimenticarsi quanto severamente abbia colpito il Covid in quella specifica porzione di mondo. E la minaccia resta ancora severa, se è vero che solo nell’ultimo mese la Corea del Sud ha pianto 23.606 vittime del contagio (su una popolazione complessiva di 52 milioni di abitanti). Oltretutto nel nord-est asiatico, più che altrove, indossare le mascherine è stato in prima linea nella risposta della salute pubblica al virus.

Foto | Unsplash | aboodi vesakaran

Nonostante i casi, soprattutto in Giappone, si stiano stabilizzando è ora difficile convincere i cittadini a liberarsi delle preziose mascherine. Addirittura, in tal senso, è arrivata una raccomandazione del governo di Tokyo in vista dell’estate nipponica, notoriamente torrida e umidissima. “Consigliamo alle persone di rimuoverle all’aperto, purché venga mantenuta una distanza sufficiente. Soprattutto quando le temperature e l’umidità sono elevate“, è stato il messaggio di Hirokazu Matsuno, Segretario capo di gabinetto.

Questo, però, apparentemente non è bastato. Choi Il-Woo, un impiegato coreano di Seoul, ha spiegato a ‘The Guardian’ di aver passeggiato per la prima volta dopo due anni senza protezioni la scorsa settimana. “È stato molto bello, ma tanti ancora la indossano. E quindi dobbiamo stare attenti“, la sua spiegazione. Akino Yoshihara vive invece a Kyoto, dove fa l’interprete. “Senza mi sentirei più a mio agio, ma continuerò a indossarla. E anche se il Governo dice il contrario, molti faranno come me“, ha affermato. E Toshio Nakagawa, presidente della Japan Medical Association, è stato ancora più diretto: “Credo che finché in Giappone esisteranno casi di Covid, le persone continueranno a indossare le mascherine“.

Foto | Pixabay | zhugher

C’è però un aspetto culturale che non va preso sotto gamba. In Giappone è infatti di uso comune utilizzare le mascherine anche durante le stagioni di raffreddore e influenza, con un’abitudine dunque molto radicata nella popolazione. E, con una pandemia in corso, coloro che si sono lamentati per l’estensione di tale abitudine sono stati davvero pochi. Lo dimostra il sondaggio di Nippon Information, secondo cui il 50% dei cittadini le userà anche senza obbligo e anche durante l’estate. Addirittura il 22% ha affermato che le indosserà tutto il giorno. Chi invece vuole eliminarle del tutto arriva appena al 13,5%.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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