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Macron: “L’Europa può morire”. Cosa minaccia il Vecchio Continente secondo il presidente francese?

Il rappresentante dell’Eliseo a 360° sull’Europa nel discorso alla Sorbona, da una “difesa comune”, all’economia: ecco i punti salienti del suo intervento

Nel suo discorso alla Sorbona sull’Europa, arrivato dopo quello di settembre 2017 che diede inizio alla strategia francese sull’Unione Europea, Emmanuel Macron utilizza termini forti, di denuncia: “La nostra Europa oggi è mortale, può morire, e questo dipende unicamente dalle nostre scelte”.

Macron alla Sorbona | Ansa – newsby.it

Quasi due ore di discorso, con molti riferimenti anche a personaggi italiani quali Enrico Letta e Mario Draghi o ancora Matteo Renzi, arrivando fino ad Antonio Gramsci, il rappresentante dell’Eliseo ha pennellato il quadro della sua visione d’Europa, in una situazione in cui il suo partito secondo i sondaggi è molto indietro rispetto alla destra, sovranista e lontano dalle idee europeiste, di Marine Le Pen.

“L’Europa deve farsi rispettare e avere una strategia di difesa comune”

“All’orizzonte del prossimo decennio l’Europa può essere resa più fragile. Occorre quindi che sappia farsi rispettare e si assicura la propria autonomia strategica”, ha detto ancora Macron. “È necessaria poi un’unica difesa, non necessariamente un unico esercito, piuttosto una intimità strategica tra le forze armate e una nuova strategia economica con l’ossessione della produttività, insieme alla capacità di diffondere la propria cultura umanistica, universale, dei diritti dell’uomo”, ha dichiarato ancora il presidente francese.

“Basta alla Banca centrale il cui unico obiettivo è l’inflazione”

Poi Macron passa all’economia, sempre centrata sulla visione europea, andando in qualche modo contro l’opinione dominante: “Non possiamo avere una banca centrale il cui unico obiettivo sia l’inflazione”, ha detto, “Occorre innalzare il dibattito teorico e politico per sapere come integrare negli obiettivi della Banca centrale europea, almeno un obiettivo di crescita, se non anche un obiettivo di decarbonizzazione». Il rappresentante dell’Eliseo poi ipotizza un’Europa che viva “uno choc di investimenti comune, e un gran piano di investimenti pubblici, per il quale il sostegno della Banca centrale per quanto rischioso è importante. L’obiettivo è quello di fare l’Europa un leader mondiale, negli anni 30 del secolo, con strategie di investimento dedicate in cinque settori: intelligenza artificiale, informatica quantistica, spazio, biotecnologie e nuove energie. Occorrerà inoltre riscrivere le regole del commercio internazionale, ora che Stati Uniti e Cina non rispettano più le regole”.

“Necessario difendere le frontiere”

Poi il presidente francese è tornato a parlare di difesa, e della necessità di rafforzarsi, anche in temi quali la cybersicurezza. “L’Europa dovrà imparare a difendere le proprie frontiere, compito per il quale proporrò un organismo simile all’Ecofin per l’euro, quindi intergovernativo. Le nostre frontiere sono un bene comune, dobbiamo costruire una struttura politica che permetta di prendere decisioni sulle questioni di immigrazione, di lotta contro la criminalità organizzata, di terrorismo, di lotta contro il traffico di droga”.

“L’Europa non è solo uno spazio geografico, è una cultura”

“L’Europa – ha infine spiegato Macron – non è un semplice spazio geografico, è una cultura. Essere europei, non è semplicemente abitare una terra dal Baltico al Mediterraneo, dall’Atlantico al mar Nero, è difendere una certa idea dell’uomo che pone l’individuo libero, razionale e illuminato al di sopra di tutto. Noi abbiamo un rapporto unico con la libertà e la giustizia. Questo significa che occorre inserire una condizionalità, nella distribuzione dei fondi dell’Unione, legata al rispetto dello Stato di diritto, e rinforzare vigilanza e sanzioni in caso di «violazioni gravi”, ha detto ancora il presidente.

Andrea Zoccolan

Nato a Milano nel 1990, mi sono occupato per circa dieci anni di giornalismo e comunicazione in ambito sportivo, per poi passare alla cronaca. Innamorato delle inquadrature di Yorgos Lanthimos, dei libri di Emmanuel Carrère e delle geometrie di Thiago Motta, la mia vera debolezza resta la cucina cinese.

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