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India, basta cibo non vegetariano: ma l’ambiente c’entra poco

In India le autorità di Ahmedabad hanno ordinato nei giorni scorsi la rimozione delle bancarelle di cibo non vegetariano dalle strade principali. Non solo. Le bancarelle verranno anche rimosse nel raggio di 100 metri da scuole, college e luoghi religiosi.

Si tratta della quarta città del Gujarat, uno degli stati più ricchi dell’India, ad adottare una politica simile.
L’amministrazione civica di Vadodara e Rajkot ha persino ordinato ai negozianti e ai venditori ambulanti di coprire il cibo non vegetariano, comprese le uova, dicendo che potrebbe “ferire i sentimenti religiosi degli indù“.

Perché in India vogliono rimuovere le bancarelle non vegetariane

La rimozione di bancarelle non vegetariane c’entra poco con la questione ambientale. La stessa che ha spinto diverse mense in Germania a cambiare il menù e dire addio alla carne.

Le persone sono libere di mangiare quello che vogliono. Ma il cibo venduto nelle bancarelle non dovrebbe essere dannoso e le bancarelle non dovrebbero ostacolare il flusso del traffico“, ha dichiarato un portavoce.
Secondo l’amministrazione cittadina infatti, il fumo emanato dalle bancarelle potrebbe causare rischi per la salute pubblica.

La pratica di esporre carne, pesce e uova nelle bancarelle potrebbe essere continuata per diversi anni, ma era ora di finirla“, ha affermato il presidente del comitato della Vadodara Municipal Corporation, Hitendra Patel.

Molti temono si tratti di una mossa politica

Tutte e quattro le città sono guidate dal partito di destra Bharatiya Janata Party (BJP). Ragion per cui molti, hanno interpretato questa decisione come una mossa politica.

Il partito del Congresso di opposizione ha affermato che il BJP vuole “distogliere l’attenzione della gente” dalle questioni principali, tra cui la disoccupazione e l’aumento dei prezzi.

Il BJP ha mancato alle promesse fatte alle persone, che si tratti di occupazione o di acqua pulita. L’agenda principale del BJP è creare polarizzazione sollevando tali non-problemi“, ha detto il portavoce del Congresso del Gujarat, Manish Doshi.

Doshi ha affermato che il divieto di bancarelle di cibo non vegetariano nelle città del Gujarat è stato un “trucco elettorale” del BJP per approfondire ulteriormente il divario religioso nello stato“.

Dovrebbe essere lasciato a un individuo ciò che vuole mangiare, bere e indossare. È una scelta personale e il governo non dovrebbe imporla alle persone” ha detto Doshi

I ristoranti non vegetariani, specialmente negli stati governati dal BJP, hanno dovuto affrontare crescenti pressioni da parte del partito e dei gruppi suprematisti indù ad esso affiliati.

 

Giulia Martensini

Classe '89, sono laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale e mi occupo da diversi anni di redazione di contenuti per l'online e articoli in ottica SEO. Nata a Brescia, ho vissuto a Parma e Milano con una parentesi di 10 mesi a Salamanca. Lettrice accanita ed ex attivista di Greenpeace Italia, scrivo soprattutto di attualità, sostenibilità e cultura.

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