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Hardvard, Rubio annuncia che saranno esaminati i profili social degli aspiranti iscritti di origine straniera

Il Segretario di Stato ha comunicato tale iniziativa dopo la sospensione da parte di un giudice di Boston della controversa ordinanza dell’amministrazione Trump sui visti per studenti stranieri

Il recente annuncio del Segretario di Stato degli Stati Uniti, Marco Rubio, ha suscitato un acceso dibattito riguardo al monitoraggio dei profili social degli aspiranti studenti di Harvard. Questa iniziativa, volta a identificare contenuti antisemiti, si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso le politiche di immigrazione e sicurezza nazionale. La decisione di Rubio arriva dopo un verdetto di un giudice di Boston che ha bloccato un’ordinanza controversa dell’amministrazione Trump sui visti per studenti stranieri.

Un passo significativo nella gestione delle politiche di immigrazione

L’azione di Rubio, annunciata il 30 maggio, rappresenta un significativo cambiamento nelle politiche di immigrazione. L’esame dei social media è parte di un programma pilota che potrebbe essere esteso a tutte le università degli Stati Uniti, generando già un acceso dibattito. Rubio ha evidenziato l’importanza di garantire che gli studenti ammessi non abbiano legami con ideologie estremiste, un tema centrale nella sua agenda politica.

Contesto delicato e reazioni contrastanti

Il contesto di questa iniziativa è particolarmente sensibile. Harvard, una delle università più prestigiose al mondo, ha affrontato critiche riguardo alla sua gestione delle ammissioni e delle politiche di diversità. La decisione del giudice di Boston di bloccare il divieto di visti per studenti stranieri ha aperto nuove opportunità per rivedere le politiche di ammissibilità, cercando un equilibrio tra sicurezza e diritto all’istruzione. Le reazioni a questa misura sono variegate: da un lato, ci sono sostenitori che vedono la necessità di proteggere l’integrità delle istituzioni educative; dall’altro, emergono preoccupazioni per la violazione della privacy e il clima di sospetto nei confronti degli studenti stranieri.

Con effetto immediato, tutti i funzionari consolari statunitensi sono tenuti a eseguire un controllo completo della presenza online di qualsiasi persona che richieda un visto non immigrante con l’intenzione di recarsi all’Università di Harvard, a qualsiasi titolo. A stabilirlo è un cablogramma ufficiale che dettaglia la nuova direttiva: l’istruzione si applica non solo agli studenti, ma anche a docenti, ricercatori, membri del personale e ospiti invitati a partecipare a eventi accademici o conferenze.

Un precedente legato alle proteste su Gaza

Già prima di questa direttiva, esisteva una forma di sorveglianza sui social media degli studenti stranieri, soprattutto per coloro che erano in procinto di rientrare negli Stati Uniti dopo essere stati coinvolti in manifestazioni contro le operazioni militari israeliane a Gaza. Tuttavia, la nuova misura amplia notevolmente il raggio d’azione del monitoraggio, anticipando un sistema ancora più rigido voluto dalla Casa Bianca, in un contesto in cui le università statunitensi — e Harvard in particolare — sono diventate fulcro del dibattito politico e culturale legato al conflitto israelo-palestinese.

Una decisione controversa in attesa del nuovo piano federale

La scelta di iniziare da Harvard non è casuale: l’ateneo è stato teatro di numerose proteste studentesche e ha attirato l’attenzione dell’opinione pubblica e dei vertici politici per le posizioni espresse durante le crisi internazionali. In attesa del piano generale annunciato dalla Casa Bianca, la direttiva di Rubio segna un ulteriore irrigidimento nella politica migratoria e accademica degli Stati Uniti, alimentando il dibattito su sicurezza, libertà di espressione e diritto allo studio.

Redazione

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