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Golfo del Messico, l’AP si rifiuta di chiamarlo con il suo nuovo nome e Trump la punisce

Alcuni giornalisti dell’agenzia di stampa sono stati esclusi da un evento svolto nello Studio Ovale. La portavoce della Casa Bianca ha invitato i cronisti a non diffondere bugie

Negli ultimi giorni, il Golfo del Messico è diventato il fulcro di una controversia politica che coinvolge la Casa Bianca, l’agenzia di stampa Associated Press (AP) e grandi aziende tecnologiche come Apple e Google. La disputa è emersa dopo che il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per rinominare il Golfo del Messico in “Golfo d’America“, suscitando reazioni immediate e forti da parte della comunità giornalistica.

Per il secondo giorno consecutivo, due giornalisti dell’AP sono stati esclusi da un evento nello Studio Ovale, una decisione che ha generato proteste. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha giustificato l’azione affermando: “Se crediamo che i media in questa stanza stiano diffondendo bugie, gliene chiederemo conto. È un dato di fatto che il bacino d’acqua al largo della Louisiana si chiami Golfo d’America“. Questa affermazione ha suscitato sconcerto tra i giornalisti e le associazioni di stampa, che vedono in essa una violazione della libertà di stampa e un tentativo di controllare la narrazione.

L’AP si oppone al nuovo nome del Golfo del Messico

L’Associated Press, una delle agenzie di stampa più rispettate al mondo, ha rifiutato di adottare il nuovo nome imposto da Trump. Julia Pace, direttrice dell’agenzia, ha espresso il suo disappunto, affermando che “la Casa Bianca ci ha detto che se non avessimo allineato i nostri standard con l’ordine esecutivo di Trump, l’AP sarebbe stata messa al bando dall’Oval Office”.

Questo scontro è emblematico di un clima di tensione crescente tra l’amministrazione Trump e i media tradizionali, già definiti dal presidente “nemici del popolo”.

Le reazioni delle aziende tecnologiche

Negli scorsi giorni Google Maps si era già adeguata al cambio di nome e ora gli utenti statunitensi che usano l’applicazione trovano scritto “Golfo d’America” al posto di Golfo del Messico (in altre nazioni appaiono entrambi i nomi o solo quello vecchio). Apple ha fatto lo stesso con la sua app “Mappe” e pure la Federal Aviation Administration (FAA) ha annunciato l’intenzione di adeguare le proprie mappe alla nuova denominazione. Tuttavia, non tutte le piattaforme si sono conformate: Bing, il motore di ricerca di Microsoft, sembra resistere a queste modifiche, segnalando una frattura crescente nel panorama mediatico e tecnologico.

Implicazioni per la libertà di stampa

L’Associazione dei corrispondenti della Casa Bianca ha condannato l’espulsione dei giornalisti dell’AP, definendola “inaccettabile”. La situazione è aggravata dal fatto che l’amministrazione Trump ha già espulso altri giornalisti da eventi ufficiali. La tensione tra Trump e i media non è nuova: già durante il suo primo mandato il presidente non aveva esitato a far sentire la sua voce di fronte alle notizie che non gli erano favorevoli.

In un contesto più ampio, questo episodio solleva interrogativi fondamentali sulla libertà di espressione e sulla responsabilità dei media. Se le agenzie di stampa cominciano a subire pressioni per modificare il loro linguaggio e le loro narrazioni, quale sarà il futuro del giornalismo indipendente? La libertà di stampa è uno dei pilastri fondamentali della democrazia, ma in un clima di crescente polarizzazione politica questa libertà è sempre più minacciata.

Redazione

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