MONDO

Biden e il Giorno della Memoria: “Oggi rischiamo lo stesso odio”

Anche negli Stati Uniti d’America si celebra il Giorno della Memoria. E il neo presidente Joe Biden, nel ricordare le vittime della Shoah, trova inquietanti collegamenti con l’attualità. In particolare con quei fenomeni di suprematismo bianco che si sono diffusi negli States negli ultimi anni trasformandosi in fenomeno non più isolato.

Biden e le lezioni della Shoah oggi

Ricordare le vittime, gli eroi e le lezioni dell’Olocausto è particolarmente importante oggi“, ha dichiarato da Washington il presidente Joe Biden. Che ha poi voluto declinare il perché del riferimento all’oggi. Un’epoca in cui, a suo giudizio, “coloro che lo negano e minimizzano diventano sempre più rumorosi nei nostri discorsi pubblici“.

Il riferimento è ai fatti di Charlottesville, cittadina della Virginia in cui nell’agosto del 2017 un auto si lanciò contro un corteo antirazzista che stava contestando una manifestazione organizzata dai suprematisti bianchi. Non mancarono i feriti e, purtroppo, anche le vittime. “Non dimentichiamo gli orrori visti e sentiti a Charlottesville nel 2017. Con i nazionalisti bianchi e i neonazisti che vomitavano la stessa bile antisemitica sentita negli anni ’30 in Europa“, la durissima accusa di Biden.

Il dovere dei governi per contrastare i suprematismi

Oggi ribadisco una semplice verità. Impedire futuri genocidi resta un dovere morale, e contemporaneamente una questione di importanza nazionale e globale“, ha spiegato Biden. Che ha ammonito anche di fronte ai rischi del silenzio. “L’Olocausto non è stato un incidente della storia. Si è verificato perché troppi governi adottarono e attuarono a sangue freddo leggi che alimentavano l’odio e pratiche per denigrare e disumanizzare interi gruppi di individui. E troppi individui restarono in silenzio. Il silenzio è complicità“, ha sottolineato il presidente degli Stati Uniti.

Biden ha anche rivelato che proprio il contrasto a simili fenomeni ha avuto un ruolo importante addirittura dietro la sua scelta di candidarsi alla Casa Bianca. “Ma i fatti non sono discutibili. Ciascuno di noi deve restare vigile e parlare contro la rinascente marea dell’antisemitismo e di altre forme di fanatismo e intolleranza. Qui da noi e nel mondo“, ha spiegato ancora.

Marco Enzo Venturini

Giornalista pubblicista dal 2018, entrare nell'albo è stato contemporaneamente un traguardo e una nuova partenza di una rincorsa iniziata sei anni prima scrivendo per diverse realtà editoriali sul suolo nazionale. O forse già quando, a cinque anni, il mio gioco preferito era una vecchia macchina da scrivere di famiglia. Appassionato di politica, geografia, cinema e sport, oltre che della lingua italiana: mi piace provare a scrivere ciò che vorrei leggere.

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