È molto raro sentire parlare di un omicidio legato alle armi da fuoco avvenuto in Giappone. Nel Paese asiatico vivono oltre 125 milioni di persone, eppure i casi di violenza armata che avvengono ogni anno non sono quasi mai più di dieci. Questo dipende in buona parte dalle norme rigidissime che regolano il possesso delle armi da fuoco, ma anche dalle tradizioni e dalla storia dello stato insulare. Bisogna tenere presente, infatti, che dopo la seconda guerra mondiale il pacifismo è diventato una delle filosofie dominanti della nazione e che fino al 1946 i poliziotti giapponesi non avevano in dotazione delle pistole. Inoltre, una legge del 1958 stabilisce “che nessuno deve possedere delle armi da fuoco o delle spade”.
Come si acquistano le armi da fuoco?
Certo, nel corso degli anni la legge in questione è diventata meno restrittiva, ma il governo giapponese ha comunque mantenuto un controllo piuttosto rigido sulla vendita e sul possesso delle armi da fuoco.

Chi vuole acquistare un fucile o un fucile ad aria compressa in Giappone (la vendita delle pistole è vietata) deve prima seguire un corso apposito (che dura una giornata intera), fare un esame scritto e partecipare a un test in un poligono di tiro, che si considera superato solo se si mettono a segno almeno 95 colpi su 100. Inoltre, è anche necessario prendere parte a dei test necessari per valutare lo stato di salute mentale e l’eventuale utilizzo di droghe da parte dell’aspirante acquirente. Infine, la polizia controlla la fedina penale di chi vuole comprare l’arma e verifica l’esistenza di eventuali legami con gruppi estremisti all’interno della sua famiglia. A volte questi controlli sono ancora più scrupolosi e coinvolgono anche i colleghi di lavoro. Solo al termine di questa lunghissima procedura la polizia decide se autorizzare o meno l’acquisto di un’arma da fuoco. La licenza ha una validità di tre anni e per rinnovarla è necessario superare di nuovo gli esami.
Chi acquista uno o più fucili deve comunicare alla polizia dove conserva le armi e le munizioni e tenere a mente che ogni anno le forze dell’ordine passeranno a controllare la situazione.
Pochi negozi specializzati in armi da fuoco
In Giappone non è solo difficile ottenere il permesso per acquistare le armi da fuoco, ma anche trovare un negozio in cui sono vendute. Le leggi in vigore, infatti, prevedono che in ogni prefettura del Paese possano essere attivi solo tre negozi di armi per volta. Inoltre, è possibile comprare delle nuove munizioni solo riportando indietro quelle acquistate e utilizzate la volta precedente. Le armi da fuoco di chi è passato a miglior vita devono essere riconsegnate allo stato dai familiari.
Il buon esempio della Polizia
La polizia tende a dare il buon esempio ai cittadini giapponesi, riducendo il più possibile l’uso delle armi da fuoco.

Gli agenti che non sono in servizio non possono portare con sé pistole, fucili o altro. Inoltre, nella maggior parte dei casi i sospettati vengono fermati ricorrendo al combattimento corpo a corpo o all’uso di armi contundenti (come il manganello). Gli accoltellamenti sono più comuni delle sparatorie.