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Esiste un gadget che “assaggia” l’acqua per stabilire se è sicura da bere

Esiste un gadget portatile capace di “assaggiare” l’acqua per stabilire se berla sia sicuro per la salute o no. Questo strumento è infatti in grado di valutare l’eventuale livello di contaminazione del liquido attraverso un meccanismo che riproduce le funzioni e i circuiti tipici di un computer a Dna. Il tutto in una versione più economica e maneggevole.

Ecco come funziona il Rosalind 2.0

Il suo funzionamento è spiegato in un articolo apparso sulla rivista scientifica Nature Chemical Biology. Il team di sviluppatori che lo ha creato lo ha ribattezzato Rosalind 2.0, in onore di Rosalind Elsie Franklin. La chimica inglese è nota soprattutto per i suoi studi, che hanno fatto da base di partenza per la scoperta della struttura del Dna attribuita ai premi Nobel James Watson e Francis Crick.

Così si scopre se l’acqua è contaminata

Questo gadget è in capace di individuare fino a 17 elementi contaminanti presenti in una singola goccia d’acqua. Una volta “assaggiato” il liquido, il rilevatore emette poi un responso numerico, da uno a otto: più è basso il numero, più l’acqua è potabile e sicura per la salute. La versione più avanzata è inoltre dotata di un “cervello” che grazie a una rete genica stabilisce anche l’esatta percentuale di contaminazione.

“Test casalinghi come quelli anti Covid”

A certificare l’importanza di questa invenzione è anche Julius Lucks, professore alla Northwestern University dell’Illinois. Uno strumento simile, se diffuso su larga scala, può infatti aiutare molte persone a prendere decisioni importanti per la tutela della propria salute. Lucks, ad esempio, paragona l’utilità di questi gadget ai test anti Covid fai-da-te, che si possono eseguire comodamente da casa.

Alessandro Boldrini

Classe 1998, laureato in Scienze Umanistiche per la Comunicazione alla Statale di Milano, sono giornalista pubblicista dal 2019. Mi occupo di cronaca nera, giudiziaria e inchieste sulla criminalità organizzata. Ho mosso i primi passi nella cronaca locale, fino a collaborare con il quotidiano statunitense The Wall Street Journal. Sono un attivista antimafia e partecipo come relatore ad assemblee pubbliche sul tema al fianco di magistrati ed esperti del settore. Amo il calcio, la musica, il cinema e la fotografia.

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