Al termine del G20 è arrivata la tanto attesa dichiarazione finale, il documento che racchiude la volontà dei leader che hanno partecipato al vertice. In quello di quest’anno si legge che “l’uso o la minaccia di uso di armi nucleari è inammissibile”. I leader hanno aggiunto che “la risoluzione pacifica dei conflitti, gli sforzi per affrontare le crisi, così come la diplomazia e il dialogo, sono vitali. L’era di oggi non deve essere di guerra”.
Nella dichiarazione finale si legge anche che “Gran parte dei membri” del G20 “condanna fermamente la guerra in Ucraina”. Nel documento, inoltre, è stato rimarcato l’impatto del conflitto sull’economia globale. La guerra in Ucraina sta “causando immense sofferenze umane ed esacerbando le fragilità esistenti nell’economia globale, limitando la crescita, aumentando l’inflazione, interrompendo le catene di approvvigionamento, aumentando l’insicurezza energetica e alimentando ed elevando i rischi per la stabilità finanziaria”. I leader hanno precisato che “esistono altri punti di vista e diverse valutazioni della situazione e delle sanzioni” e hanno sottolineato che “il G20 non la sede per risolvere le questioni di sicurezza”, che “possono avere conseguenze significative per l’economia globale”.
In generale, il comunicato finale indica che i Paesi del G20, India e Cina inclusi, non vogliono “né la guerra né un ricatto nucleare inammissibile”. Lo ha sottolineato anche il presidente francese Emmanuel Macron nel suo intervento a Bali. “Il G20 ribadisce di essere fondato sul rispetto del diritto internazionale”, ha aggiunto.
Al termine dell’ultima sessione del G20, incentrata sulla transizione digitale, il presidente indonesiano Joko Widodo ha passato il testimone del G20, rappresentato da un piccolo martello di legno, al primo ministro indiano Narendra Modi. Sarà proprio l’India, infatti, a ospitare la prossima edizione del vertice.
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