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MONDO

Il perché del distanziamento sociale tra Macron e Putin al Cremlino

Quando il Presidente Macron in un tentativo diplomatico ha fatto visita al suo omologo russo, Putin, i due sono stati fotografati alle estremità opposte di un tavolo così a lungo da provocare commenti satirici sui social media. Numerose sono state anche le speculazioni, che Putin o lo stesso Macron potessero usare la distanza per inviare un messaggio subliminale. Un modo per sottolineare la distanza anche ideologica tra la Russia e l’Occidente.
In realtà la ragione del tavolo lungo interposto tra i due leader aveva ben altra origine.

Macron non voleva che la Russia avesse il suo DNA

 

Il presidente francese Macron ha rifiutato una richiesta del Cremlino di sottoporsi a un test anti Covid quando è arrivato per vedere Putin per impedire alla Russia di entrare in possesso del suo DNA hanno detto a Reuters due fonti nell’entourage di Macron. Di conseguenza, il capo di stato francese in visita è stato tenuto a distanza dal leader russo durante i lunghi colloqui sulla crisi ucraina a Mosca.

Due fonti che sono a conoscenza del protocollo sanitario del presidente francese hanno detto a Reuters che Macron aveva avuto la possibilità di scegliere: o accettare un test PCR fatto dalle autorità russe e avere il permesso di avvicinarsi a Putin, oppure rifiutare e attenersi a norme sociali più rigorose distanziamento.

Sapevamo molto bene che ciò significava nessuna stretta di mano e quel lungo tavolo. Ma non potevamo accettare che mettessero le mani sul DNA del presidente“, ha detto a Reuters una delle fonti. Riferendosi alle preoccupazioni per la sicurezza qualora medici russi avessero testato il leader francese.

Russia: “La decisione non influirà sui negoziati”

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha confermato che Macron aveva rifiutato il test. Aggiungendo che la Russia non ha avuto problemi con la questione. Ma la scelta di Macron significava che era necessaria una distanza di 6 metri da Putin per proteggere la salute del leader del Cremlino.
Non c’è politica in questo, non interferisce in alcun modo con i negoziati, ha detto.

Una seconda fonte nell’entourage di Macron ha detto che invece ha fatto un test PCR francese prima della partenza e un test dell’antigene fatto dal suo stesso medico una volta in Russia.

 

Giulia Martensini

Classe '89, sono laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale e mi occupo da diversi anni di redazione di contenuti per l'online e articoli in ottica SEO. Nata a Brescia, ho vissuto a Parma e Milano con una parentesi di 10 mesi a Salamanca. Lettrice accanita ed ex attivista di Greenpeace Italia, scrivo soprattutto di attualità, sostenibilità e cultura.

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