MONDO

Danimarca e Groenlandia: la crescente minaccia geopolitica e la risposta europea

La Danimarca rafforza la difesa della Groenlandia contro le mire di Donald Trump tra investimenti militari e alleanze europee

Martedì, la prima ministra danese Mette Frederiksen ha tenuto una serie di incontri con diversi leader europei, tra cui il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron. Secondo un’analisi di Politico, questi incontri rientrano in uno sforzo diplomatico per contrastare le mire espansionistiche di Donald Trump sulla Groenlandia.

Negli ultimi mesi, il presidente degli Stati Uniti ha più volte espresso la volontà di portare la Groenlandia sotto il controllo americano, arrivando persino a minacciare l’uso della forza. Le sue dichiarazioni, caratterizzate da una retorica nazionalista e neocoloniale, hanno scatenato reazioni forti da parte della Danimarca, che ha dichiarato più volte che la Groenlandia non è in vendita. Tuttavia, la posizione di Copenaghen appare fragile di fronte alla potenza economica e militare degli Stati Uniti.

Danimarca, Groenlandia e la crescente minaccia geopolitica

La situazione è diventata ancora più tesa quando Donald Trump Jr., il figlio maggiore del presidente americano, è stato inviato in Groenlandia per quella che è sembrata una visita esplorativa. Questo gesto ha alimentato ulteriormente i timori di un tentativo concreto di espansione americana nell’Artico.

Danimarca e Groenlandia: la crescente minaccia geopolitica e la risposta europea – EPA/SETH WENIG / POOL – Newsby.it

 

Di fronte a queste pressioni, la Danimarca sta cercando di rafforzare i suoi alleati europei, per contrastare un possibile scenario in cui gli Stati Uniti possano forzare la situazione. L’incontro di Frederiksen con i principali leader europei e il segretario generale della NATO, Mark Rutte, dimostra che la questione è diventata una priorità strategica per l’Unione Europea e l’Alleanza Atlantica.

Il governo danese, consapevole della vulnerabilità della Groenlandia, ha annunciato un piano di investimenti militari di quasi 2 miliardi di euro per rafforzare la sicurezza della regione artica. Il piano, sostenuto dalla maggioranza del parlamento danese, prevede:

  • L’acquisto di droni a lungo raggio
  • Tre nuove navi adatte ai mari artici
  • Il rafforzamento delle pattuglie con cani da slitta
  • Un maggiore utilizzo di strumenti satellitari
  • L’ampliamento della pista di uno degli aeroporti della Groenlandia, per permettere l’atterraggio dei caccia F-35

L’annuncio di questi investimenti non è passato inosservato negli Stati Uniti. Donald Trump ha ironizzato sulla decisione della Danimarca di aumentare il numero di pattuglie con cani da slitta, cercando di sminuire l’importanza delle nuove misure di sicurezza.

Da tempo, la sicurezza della Groenlandia viene considerata insufficiente di fronte alle crescenti minacce geopolitiche. Oltre agli Stati Uniti, anche Russia e Cina hanno manifestato interesse per l’isola, attratte dalle sue ingenti risorse naturali, tra cui le terre rare e altre materie prime critiche.

Secondo un’analisi di Reuters, le forze militari presenti sulla Groenlandia sono estremamente limitate e comprendono:

  • Quattro navi di ispezione, ormai obsolete
  • Un aereo da ricognizione
  • Dodici pattuglie con cani da slitta, incaricate di sorvegliare un’area grande quattro volte la Francia

Il Financial Times ha inoltre rivelato che la presenza militare danese sull’isola è composta da soli 75 soldati, un numero decisamente insufficiente per difendere un territorio così vasto e strategico.

Il ministro della Difesa danese, Troels Lund Poulsen, ha dichiarato che il paese deve affrontare le gravi minacce alla sicurezza provenienti dall’Artico e dall’Atlantico settentrionale. Tuttavia, non è chiaro se il riferimento fosse rivolto solo a Russia e Cina o anche agli Stati Uniti.

L’America è infatti il paese più influente all’interno della NATO, di cui la Danimarca è membro fondatore. Eppure, Donald Trump ha più volte espresso scetticismo sull’attuale utilità dell’Alleanza Atlantica, sollevando dubbi sulla sua effettiva volontà di difendere i partner europei.

Per contrastare la crescente pressione americana, la Danimarca sta cercando di rafforzare le sue relazioni internazionali con gli alleati europei e con la NATO. Nei giorni scorsi, Frederiksen ha incontrato i leader dei principali paesi del Nord Europa e ha partecipato a riunioni con Macron, Scholz e Rutte, per cercare un fronte comune contro le ambizioni americane sulla Groenlandia.

Il direttore del quotidiano danese Politiken, Christian Jensen, ha commentato la situazione affermando:

«La verità è che la Danimarca non può affrontare Donald Trump da sola. Il governo fa bene a rafforzare le proprie alleanze nel Nord Europa, nell’Unione Europea e nella NATO. Il paese ha bisogno di tutto il sostegno possibile: politico, militare e diplomatico».

La crescente tensione tra Danimarca e Stati Uniti sulla Groenlandia segna un nuovo capitolo nella geopolitica dell’Artico. Mentre la Danimarca cerca di rafforzare la sua difesa e il supporto dei suoi alleati europei, il rischio di un’escalation diplomatica con gli USA rimane alto.

La strategia di Frederiksen sarà sufficiente a dissuadere Trump dal tentare un’azione più aggressiva? Oppure la Groenlandia diventerà il prossimo punto critico nelle relazioni tra Europa e America? Il futuro della regione si giocherà nei prossimi mesi, tra pressioni diplomatiche, investimenti militari e mosse strategiche da entrambe le parti.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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