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“La decisione se permettere o no l’attività sciistica è di competenza nazionale, non europea. Ma è importante ricordare che allentare le misure troppo presto può portare a una recrudescenza del virus. Questa è una delle ragioni per cui ad aprile a livello europeo è stata concordata una roadmap con varie raccomandazioni per assicurare un attento allentamento delle misure. E quanto era valido allora lo è ancora oggi”. Così il portavoce della Commissione europea, Stefan de Keersmaecker, sulla questione della stagione sciistica.
Proprio negli scorsi giorni era stata molto in auge la questione della chiusura degli impianti invernali, per la stagione sciistica, nel periodo delle festività natalizie. “Abbiamo discusso anche del coordinamento europeo delle misure sanitarie sul Covid-19 in occasione del periodo natalizio”. Così aveva parlato sapere Giuseppe Conte riguardo al colloquio telefonico con Ursula von der Leyen. Ma l’ipotesi di uno stop allo sci in Ue fino alla fine di gennaio non vede il favore di tutti i Paesi. Se Francia e Germania sono a favore della sospensione, non la pensano allo stesso modo in Austria. “Se l’Unione Europea vuole veramente pensare a delle restrizioni per la stagione sciistica, dovrà assicurare al nostro Paese l’80% dei proventi, in linea con quanto prevede lo Stato austriaco in termini di risarcimenti agli esercizi commerciali chiusi”, attacca Gernot Bluemel, ministro delle Finanze dell’Austria.
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