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Colombia, avvocato ucciso dai taser della Polizia: il video shock

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Aveva 46 anni e di professione faceva l’avvocato: Javier Ordóñez, residente a Bogotà, Colombia. È morto all’alba di mercoledì in clinica a causa delle scariche elettriche inflitte al suo corpo dai taser della Polizia. Era stato ricoverato in una struttura ospedaliera nella zona occidentale della città, ma non c’è stato nulla da fare.

La sconcertante aggressione a Javier Ordóñez

Gli agenti lo avevano fermato per strada, bloccandolo a terra con gambe e braccia, colpendolo ripetutamente. Il video, girato da un passante che implora i poliziotti di lasciare andare andare Ordóñez, ha fatto il giro del web, scatenando violente proteste in tutta la Colombia. Soprattutto dopo che è stata confermata la notizia della morte.

Apparentemente immotivata, l’aggressione della polizia all’avvocato 46enne è da ascriversi – come spiegano dai vertici della polizia della città – a un’azione più ampia contro gli “alcolisti”. Pare infatti che l’uomo fosse uscito di casa dopo una bevuta con amici per acquistare altri alcolici. “Vi sta dicendo per favore” e “Li stiamo registrando“, si sente nel video amatoriale che ha fatto il giro prima della Colombia e poi del mondo intero.

Polemiche e sconcerto in tutta la Colombia

Le polemiche, anche e soprattutto dopo quella che appare la causa della violentissima aggressione, sono asprissime e coinvolgono tutta l’opinione pubblica in Colombia. Secondo lo zio dell’uomo, infatti, Javier non avrebbe fatto nulla di male. Il sindaco di Bogotà, Claudia Lopez, ha parlato di “abusi da parte della polizia“.

La valanga di indignazione è giunta fino al governo centrale della Colombia. Carlos Holmes Trujillo, ministro della Difesa, ha preso le distanze e condannato l’azione della polizia. Ha quindi riferito che c’è già un’indagine aperta nei confronti dei due agenti, che sono stati rimossi dai loro incarichi e sono stati portati davanti alla giustizia militare. L’indagine è stata confermata dal pubblico ministero Francisco Barbosa.

Francesca Del Vecchio

“Che altro avresti potuto fare?”. È la frase che mi ripetono tutti quelli che mi conoscono. Io, che sono ottimista, penso che intendano che sono nata per questo lavoro. La mia indole è un po’ vintage: se potessi, girerei dappertutto con penna e taccuino. Ma ho imparato a raccontare la realtà anche con strumenti più aggiornati: così è nata la mia passione per il giornalismo digitale. Sono coordinatrice di desk video per importanti editori nazionali, ma il mio primo amore è il mondo arabo, di cui scrivo quando posso (insomma: quelle poche volte che le giornate hanno 48 ore)

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