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Bombe a grappolo, cosa sono? E perché sono vietate?

L’uso delle bombe a grappolo è stato vietato nel 2010, tramite un’apposita convenzione dell’Onu. Tuttavia il loro impiego nel corso dei conflitti è ancora frequente, spesso con effetti disastrosi per i civili coinvolti. Ma quali sono le caratteristiche di queste armi? E perché sono così pericolose? Andiamo a scoprirlo.

Cosa sono le bombe a grappolo?

Le bombe a grappolo sono degli ordigni che contengono delle submunizioni note come “bomblets”. Di solito vengono sganciate da velivoli o elicotteri, ma occasionalmente sono impiegati a questo scopo anche razzi, missili guidati e artiglierie. Quando l’ordigno principale (cluster) viene sganciato, le bomblets si disperdono, coprendo un’area la cui estensione varia in base a fattori come la velocità di movimento e la quota. Spesso esplodono quando toccano il suolo, ma può anche capitare che la deflagrazione non avvenga subito. In questa situazione le submunizioni diventano simili a delle mini antiuomo, rendendo l’attraversamento della zona in cui si trovano molto pericoloso.

La definizione ufficiale di bomba a grappolo parla di “un ordigno convenzionale progettato per rilasciare delle submunizioni esplosive racchiuse al suo interno, ciascuna dal peso massimo di 20 kg”.

Il divieto di usarle

La Convenzione delle Nazioni Unite del 2008 (entrata in vigore il primo agosto 2010) ha messo il bando le bombe a grappolo e il loro utilizzo può essere punito come un crimine di guerra. Bisogna però tenere presente che non tutti i Paesi del mondo hanno ratificato il documento. Tra i grandi assenti ci sono alcuni dei più grandi produttori di bombe a grappolo al mondo, come il Pakistan, gli Stati Uniti, l’India, il Brasile, la Cina, Israele e gli Stati Uniti.

Dal punto di vista strettamente militare, le bombe a grappolo hanno una grande efficacia. I militari possono usarle per compiere una vasta gamma di azioni, come distruggere veicoli, linee elettriche e piste d’atterraggio. Alcune varianti particolari liberano nell’ambiente sostanze chimiche, biologiche o incendiarie. Gli ultimi dati disponibili indicano che esistono oltre 200 tipi di bombe a grappolo, prodotti in 34 Paesi del mondo.

Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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