Il ministro della Salute dell’Austria, Rudolf Anschober, si è dimesso. In una breve dichiarazione il Verde, che nelle scorse settimane aveva avuto due colassi, ha motivato il passo indietro con uno stato di esaurimento causato dal sovraccarico di lavoro durante la pandemia. “Nella peggiore crisi sanitaria degli ultimi decenni l’Austria necessita di un ministro della salute al 100% in forma”, ha detto il 60enne. “Non voglio autodistruggermi”, ha aggiunto. Fino a lunedì, quando giurerà il successore, il vicecancelliere e collega di partito Werner Kogler guiderà il dicastero.
Un brutto colpo in terra austriaca. Finisce così la breve parabola del ‘ministro Covid’. Un anno fa, durante la prima ondata, l’esponente dei Verdi era il membro del governo Kurz con il più alto tasso di fiducia. Mentre in molti lo vedevano già alla Hofburg come successore del presidente Alexander Van der Bellen, il perdurare della pandemia ha logorato Anschober nel profondo. Un logorio che ha riguardato il ministro della Salute dell’Austria non solo a livello politico ma anche fisico.
I problemi di salute sono stati a lungo un tabù per i politici e non solo in questo Paese. Il mitico cancelliere socialdemocratico Bruno Kreisky si sottoponeva di nascosto a cicli di dialisi e nel 2005 l’allora presidente Thomas Klestil morì a due giorni dalle fine del suo mandato dopo due infarti e un’embolia polmonare.
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